3 ebook a un prezzo eccezionale! 🚣‍♀️

Solo per un weekend: da venerdì 19 a lunedì 22 aprile.

Approfitta dell'offerta
Home
Imparare da zero (e uno)

12 Novembre 2012

Imparare da zero (e uno)

di

Il ruolo dei docenti, da quando esiste la rete, deve andare oltre la trasmissione nozionistica e divenire catalizzante.

L’ingresso dei tablet nelle scuole, sia pure diverso dagli Stati Uniti alla Thailandia nella propria declinazione e ancora a macchia di inchiostro nel nostro Paese, è segno palese di quanto abbia bisogno di cambiare l’istruzione.

Qualcuno equivoca e crede che si tratti di tablet contro computer, lavagne magnetiche interattive contro insegnamento orizzontale per reti diffuse o altre amenità. Il progetto One Laptop per Child (OLPC) ha dimostrato con un semplice esperimento che in gioco c’è ben altro, paracadutando tablet in Etiopia, presso villaggi dove non è mai apparsa una parola scritta, all’incirca un tablet per bambino e microschede SD a tracciare l’uso degli apparecchi. Così descrive l’esperienza Nicholas Negroponte, fondatore di OLPC:

Abbiamo lasciato le scatole nel villaggio. Chiuse. Nastrate. Nessuna istruzione, nessun istruttore. I ragazzi giocheranno con le scatole, pensavo! Entro quattro minuti un ragazzo aveva aperto una scatola e anche trovato l’interruttore di accensione. Non aveva mai visto un interruttore. Ha acceso. Cinque giorni dopo venivano usate 47 applicazioni per ragazzo per giorno. Due settimane e nel villaggio cantavano canzoni dell’alfabeto [in inglese]. Cinque mesi dopo avevano modificato Android. Qualche idiota nel nostro team o nel Media Lab aveva disabilitato la videocamera! Si sono resi conto che c’era una videocamera e hanno modificato Android.

Nel mondo, stima l’articolo relativo su Dvice, cento milioni di bambini non hanno accesso alla scuola. Il punto non è tuttavia se possano essere aiutati lanciandogli tablet a energia solare.

Il punto è che per esempio su Slashdot ci si chiede Con l’esistenza della Khan Academy e altre esperienze analoghe a livello di liceo, e corsi online di massa a livello universitario, gli insegnanti sono sulla strada del dodo?

Slashdot ha identità provocatoria e cinica, mai va preso alla lettera. Ciononostante, sembra che nel dibattito sull’istruzione prossima ventura ci sia grande attenzione ai libri digitali, ai supporti multimediali, al programma, che guai a non seguire (e, nella mia esperienza personale, a fine anno resta sempre incompleto). Porrei un’altra domanda: il docente è capace di catalizzare le risorse formative disponibili, specialmente quelle digitali, e moltiplicare il loro effetto grazie alle sue capacità?

Perché ricordo benissimo docenti che entravano in classe, aprivano il libro e cominciavano sostanzialmente a leggerlo, dando come compito a casa la parte che non era stata letta in aula. Nell’anno 2012 conviene lasciare sulla cattedra uno scatolone di tablet. Conviene ai ragazzi.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

Iscriviti alla newsletter

Novità, promozioni e approfondimenti per imparare sempre qualcosa di nuovo

Gli argomenti che mi interessano:
Iscrivendomi dichiaro di aver preso visione dell’Informativa fornita ai sensi dell'art. 13 e 14 del Regolamento Europeo EU 679/2016.