Era il 14 settembre 2008 e Tim Berners-Lee, il papà del web, si trovava a Washington DC in Pennsylvania Avenue ad uno di quei numeri civici improbabili per molte stradine italiane – 555 – quando pronunciò la frase
The Web does not just connect machines, it connects people.
Il discorso fu tenuto da Sir Berners-Lee al Newseum in occasione della creazione della World Wide Web Foundation. Subito dopo disse:
When a link is made, it is a person who makes the link. When a link is followed, it is a person who decides to follow it. Understanding and accounting for the social side of the Web was, and remains, a vital part of encouraging its growth.
Non è così scontato ricordare che dietro ad ogni sito web ci sono delle persone. Mi piace pensare che questo discorso possa avere ispirato anche indirettamente i giovani catalani che si sono fatti promotori dello standard semplicissimo e contagioso che promuovono all’indirizzo http://humanstxt.org/.
Si tratta semplicemente di aggiungere un file humans.txt secondo una sintassi semplice ed immediata nella root directory del proprio sito web ossia, con qualche approssimazione, nella cartella principale del sito. Per darvi un’idea ecco il divertente file humans.txt di “HTML5 Boilerplate”: http://html5boilerplate.com/humans.txt (vi prego di notare i ruoli dei vari personaggi).
Concludo con una frase riportata sempre dal sito http://humanstxt.org/:
The internet is for humans…
We are always saying that, but the only file we generate is one full of additional information for the searchbots: robots.txt. Then why not doing one for ourselves?
P.S.: Il progetto europeo manca di una traduzione italiana, chiunque di voi voglia vedere il proprio faccione elencato tra quelli degli amici del progetto non deve far altro che proporsi con un buon lavoro.