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Cari editori, bisogna provare, provare…

21 Novembre 2011

Cari editori, bisogna provare, provare…

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Il 25 novembre prossimo lo IED di Milano ospita la terza edizione di LibrInnovando, convegno dedicato al futuro digitale dell’editoria .

Librinnovando giunge alla terza edizione in un momento di grande euforia per l’editoria digitale italiana, tra attese per l’infornata natalizia di dispositivi mobili e aumento esponenziale dell’offerta di titoli nei formati elettronici. Il 25 novembre allo IED si parlerà, tra l’altro, di contrattualistica per il digitale, di marketing e valore del contenuto, di contenitori e di digital lending. editoriali innovativi, di didattica ed e-learning. Anche Apogeo sarà presente all’appuntamento con una novità: la nuovissima collana di ebook dedicati all’editoria digitale in uscita proprio in questi giorni. Abbiamo chiesto a Nicola Cavalli, fondatore e organizzatore dell’appuntamento, di presentarci le peculiarità di Librinnovando in un anno che ha visto alternarsi diversi appuntamenti specializzati. «Sotto molti aspetti LibrInnovando è unico», dice.

In che senso è unico, Cavalli?

In primis ci teniamo a evidenziare l’ottimo rapporto qualità/prezzo: gli eventi del 2011 sul tema, ormai diventato veramente “caldo” sono stati tutti a pagamento, spesso anche abbastanza oneroso. LibrInnovando, alla terza edizione, è sempre rimasto gratuito. Quest’anno abbiamo abbinato un workshop operativo sulla creazione dei libri digitali, focalizzato sull’epub, a pagamento (comunque abbastanza contenuto). LibrInnovando è poi particolare perché nasce da una mia idea ed è organizzato da Ledizioni e Libreria Ledi, le società di cui sono socio, ma dal secondo anno e soprattutto in quest’anno, siamo passati ad una organizzazione collegiale. C’è un comitato scientifico e organizzativo fatto di persone che lavorano in editoria, ma che, a titolo personale, hanno scelto di dedicare tempo, risorse e molta passione per organizzare questa giornata. Credo sia un fatto anche questo unico. Vengo intervistato io, ma devo quindi ringraziare Alessandro Gallo, Salvatore Nascarella, Marco Giacomello, Marilù Manzolillo e Stefano Soranna. Marco in particolare ha portato una carica innovativa incredibile.

Perché avete scelto Milano?

Ledi è sempre stata a Milano e abbiamo sempre avuto sostegno dallo IED di Milano, che è partner dell’evento, e quindi ci sembra naturale organizzarlo a Milano.

Chi, tra gli speaker in scaletta, sei ansioso di ascoltare e perché?

Un po’ tutti ovviamente. Le sessioni sono molto diverse fra di loro e toccano diversi aspetti del variegato mondo editoriale, con il minimo comune denominatore del tentativo di capire quale è la portata innovativa del digitale per i diversi ambiti. Mi preme sottolineare che chi viene come relatore non ha nessun rimborso: lo fa perché sposa lo spirito di LibrInnovando, di condivisione, scambio e opportunità di conoscenze e stimoli. O più semplicemente di passione per il nostro lavoro, i libri e l’editoria in genere.

Quali ritieni essere le caratteristiche peculiari del mercato editoriale italiano dell’era digitale, sia in termini di opportunità che di debolezze?

Il digitale, purtroppo, riesce a massimizzare le economie di scala. In generale la debolezza del mercato italiano, in rapporto  a quello angloamericano, di lingua inglese, è la sua scala. Tante innovazioni che si vedono oltreoceano, per l’inglese e progressivamente anche per le altre lingue più diffuse, qui non hanno la scala per essere economicamente sostenibili e per realizzarsi a pieno. D’altronde fare innovazione a livello italiano è più semplice… spesso basta guardarsi un po’ in giro e si trovano soluzioni già sperimentate all’estero che in Italia non ci sono.

Il settore editoriale è in grande cambiamento. Quali conseguenze avranno le trasformazioni in atto sulla filiera produttiva?

Il digitale permette una certa disintermediazione logistica e fisica e quindi il valore aggiunto deve essere creato in altri ambiti. Il selfpublishing, inteso come macrofenomeno, non solo alla “Lulu” per intenderci, deve essere visto come una necessità per tutti gli attori della filiera di cercare di offrire valore aggiunto in un modo che sia percepito dagli utenti attuali e dallo stato tecnologico in costante evoluzione. I diversi attori della filiera produttiva che vorranno continuare a prosperare nel nuovo ambiente digitale dovranno “rimediarsi”.

In che modo i Drm possono impattare sulla distribuzione dei contenuti? Quale politica consiglieresti a un editore in tal senso?

Se io lettore o più in generale io utente trovo una cosa scomoda tendo a evitarla o a scegliere altri modi di fruirla (leggi pirateria), quindi il consiglio agli editori e di cercare di evitare questi sistemi. Le relazioni di fiducia con i propri lettori saranno sempre più importanti, il consiglio è di porre molta attenzione a svilupparle.

Quali caratteristiche, rispetto al tradizionale libro di carta, deve avere un ebook per essere considerato un buon prodotto?

Intanto deve essere comodo come il libro di carta e il testo deve essere curato come nei libri di carta, aspetti su cui ancora si può migliorare e sui quali si vedono talvolta delle mancanze. Poi la possibilità, se letto su dispositivo idoneo, di avere un ricco apparato ipertestuale e multimediale diviene secondo me molto interessante. Purtroppo di ebook, non di app, che siano veramente prodotti digitali e multimediali, non solo repliche del cartaceo se ne vedono ancora pochi.

Il prezzo è uno dei fattori su cui il dibattito ha assunto i toni più accesi. Quali fattori devono essere tenuti presenti nel valutare il prezzo di un ebook?

Il primo sicuramente è quello del margine dell’editore. È ciò che dice la vulgata: “non si hanno costi di stampa” è vero; che non si abbiano costi di distribuzione è falso, sono solo minori; che non si abbiano rese è anche vero. Ma ciò che non si evidenzia mai è che il mercato, in Italia, è talmente piccolo, che le copie vendute per titolo sono così poche che i costi di produzione incidono molto di più. Se si riescono a raggiungere le migliaia di copie allora i prezzi del digitali possono essere anche molto più bassi.

Attualmente la maggior parte degli ebook somiglia alla propria controparte cartacea, ma le possibilità offerte dall’interattività e dalla multimedialità potrebbero ben presto trasformare il prodotto-libro. Cosa pensi degli enhanced book e in che modo pensi potranno cambiare le abitudini dei lettori?

Spero di vederne sempre più esempi, mi incuriosiscono molto. Penso che le abitudini dei lettori, soprattutto dei famosi digital native, che stanno diventando adesso dei lettori, siano già cambiate, dato che vivono in una società “multi schermo/multitouch”. L’enhanced ebook è uno dei modi che hanno gli editori per continuare ad essere rilevanti per questi nuovi lettori.

Ebook ma anche applicazioni (per iOS o Android). Cosa ne pensi?

Penso che a mio figlio piacciono un sacco, ma anche a me. Sono io il colpevole! Penso che però il testo, la linearità, l’approfondimento, la riflessione, siano quasi del tutto assenti dal mondo delle app (escludiamo qui ovviamente The Waste Land di TouchPress) e sono comunque aspetti importanti per la formazione di una personalità completa.

Gli ereader si stanno moltiplicando e la compatibilità tra dispositivi, formati e sistemi di protezione non rende ai lettori la vita facile. Quali consigli daresti a chi vuole acquistare un lettore digitale?

Di comprarlo e di non aspettare, tanto fra sei mesi ce ne sarà sempre uno migliore. Ormai la scelta è se Amazon o non Amazon. Amazon certo offre un ottimo reader, a prezzi molto concorrenziali, e una selezione di libri di sicuro interesse (anche in Italia), ma anche altre scelte possono ancora essere soddisfacenti. Il Cybook Odyssey in uscita in questi giorni sembra ad esempio un ottimo reader.

Come impattano le caratteristiche dei diversi dispositivi e motori di rendering nella realizzazione del prodotto editoriale?

Si è sempre nel dilemma fra compatibilità e performance. Speravo che fosse un dilemma solo per gli informatici e gli sviluppatori di tecnologia, invece è un problema anche per gli editori. Bisogna provare, provare, provare…

Personalmente, su quale device preferisci leggere ebook?

Sono stato uno dei primi entusiasti dell’inchiostro elettronico, ho avuto e sono stato rivenditore dell’Iliad della iRex, rivendiamo tuttora molti modelli ad inchiostro elettronico e ne provo diversi, trovo la tecnologia molto utile per determinati scopi. Ma devo ammettere che leggo pochi ebook. A “causa” della mia collaborazione con NumediaBios dell’Università di Milano Bicocca “devo” divorare costantemente articoli e letteratura scientifica a cui accedo e talvolta scarico, via internet. Quindi trovo più comodo iPhone e iPad.

Un ultima domanda: qual è il primo ebook che hai acquistato?

Sinceramente non ricordo, sarà però stato sicuramente un qualche articolo scientifico pagato carissimo!

L'autore

  • Federica Dardi
    Federica Dardi è responsabile comunicazione e marketing di Apogeo, dove potresti averla incontrata anche nelle vesti di editor. Dal 2006, infatti, lavora dove il digital marketing e l’editoria si incontrano, in agenzia prima, in azienda poi.

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