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Piani di rilancio nazionali per il Wimax

19 Aprile 2010

Piani di rilancio nazionali per il Wimax

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Si ritorna a parlare della principale alternativa wireless alle Adsl. La ricapitalizzazione di Aria e i nuovi finanziamenti per Linkem fanno pensare che il settore stia finalmente per decollare

Tra la primavera e l’estate 2010 il Wimax italiano avrà la sua seconda chance di costruire una copertura nazionale degna di questo nome. Finora è stata una banda larga per pochi fortunati: funziona e sforna offerte low cost, da 20 euro al mese senza canone Telecom, ma solo in zone limitate dello Stivale, sparse a macchia di leopardo fra 40 province. S’intende che solo alcune di queste sono coperte a lenzuolo; in molti casi lo sono soltanto in parte. E non è facile scoprire quali zone lo sono: per esempio, Aria rivela all’utente se è coperto solo dopo che si inserisce l’indirizzo e non offre una mappa delle zone raggiunte. Così gli abbonati Wimax italiani, a due anni dal rilascio delle licenze, sono adesso circa 15.000, come è possibile apprendere dopo un sondaggio tra gli operatori che hanno già lanciato i servizi.

Piani rinviati

Aria è l’operatore che più ha scommesso sul Wimax: 47,5 milioni di euro in licenze, per coprire l’intero territorio nazionale, e un piano da 300 milioni di euro, per porsi come un’alternativa completa all’Adsl. Anche Linkem ha sbandierato piani battaglieri: 250 milioni di euro di investimenti, per arrivare a 500.000 clienti entro il 2012. Piani che ufficialmente sono ancora validi e che candidavano il Wimax come la prima tecnologia banda larga in grado di porsi in concorrenza con l’Adsl e allo stesso tempo capace di risolvere il digital divide italiano. Adesso appare evidente che su scala nazionale l’obiettivo è piuttosto difficile. Richiede investimenti ingenti. Molti operatori Wimax credevano fosse facile metterli sul piatto, prima che scoppiasse la crisi economica: un po’ con il finanziamento bancario e un po’ grazie al vendor financing, cioè con l’aiuto dei produttori di apparati. Aria soprattutto contava, nel proprio piano industriale, di ottenere gli apparati dai vendor pagandoli a rate. La crisi ha scombussolato tutto, ritardando le coperture nazionali a tappeto.

Colpa della sfortuna, certo, ma anche della politica: lo Stato italiano ha concesso le licenze Wimax in ritardo rispetto agli altri Paesi. Se l’è presa comoda nel liberare le frequenze (3,4-3,6 GHz), che prima erano occupate dalla Difesa. Forse a causa dello scarso interesse per la banda larga, che tuttora non è nelle priorità del governo. O forse – a pensar male – non era il caso di affrettarsi visto che il Wimax minacciava di pestare i piedi ai colossi delle telecomunicazioni. Risultato: gli operatori sono potuti partire solo nel 2008 inoltrato, anche perché gli apparati sono arrivati mesi dopo le licenze: proprio il momento peggiore per lanciare una nuova tecnologia, nel pieno della crisi mondiale. Gli operatori con mire nazionali hanno coperto meno del previsto, altri (Assomax, Ribes, Mgm, WiMax) non sono ancora partiti. Sembra funzionare, di contro, un modello molto radicato sul territorio e localizzato: come quello della quindicina di operatori che si appoggiano alla rete di Retelit. O come quello di Mandarin, che copre un milione di siciliani e sta mettendo a segno numerosi accordi con le pubbliche amministrazioni locali.

Il rilancio

Da qualche giorno c’è però aria di rilancio per Linkem e Aria, con nuovi fondi e aumenti di capitale, necessari appunto per completare la copertura. A marzo i soci di Linkem hanno raggranellato dalle banche 24 milioni di euro, più 10 milioni di aumento di capitale. Aria qualche giorno fa ha deciso di ricapitalizzare e di rilanciare la copertura da maggio, quando dovrebbe pure insediarsi un nuovo management. Certo non tenterebbero di nuovo e non investirebbero altri soldi, se il modello di business del Wimax si fosse rivelato palesemente fallimentare per loro. L’idea è che si inceppato solo perché non è stato possibile ottenere i finanziamenti nei tempi previsti prima della crisi. Ma anche se i piani di copertura nazionale dovessero alla fine fallire, resterà probabilmente valido il modello su scala locale. Per offrire non solo accesso a internet, ma anche soluzioni e servizi. Tra le ultime notizie: negli Usa General Electric userà il Wimax per una rete di contatori intelligenti. In Sicilia Mandarin lo utilizza per servizi di sicurezza e per il turismo.

Nel mondo

Nel mondo la crescita del Wimax è già ben visibile. Le previsioni catastrofiche sul suo conto sembrano venire perlopiù dalle aziende che hanno interesse a parlarne male perché hanno puntato sull’Lte. Più equilibrato è il giudizio degli analisti indipendenti. Abi Research nota che il Wimax sta continuando a crescere a ritmo costante e che coesisterà con l’Lte, nel lungo periodo. Adesso, tra le tecnologie 4G, il Wimax è ancora un passo avanti sull’Lte: ha 242 reti nel mondo, contro le 39 dell’Lte. Idc, il più autorevole osservatorio di ricerca al mondo, dice che il Wimax sarà uno dei dieci principali fattori che influenzeranno il mercato Tlc nel 2010. Infonetics aggiunge che il Wimax è forte all’uscita dalla recessione e che nel 2009 i suoi utenti nel mondo sono aumentati del 75%.

I ricavi dei vendor, dopo il declino del 2008, cresceranno a 46 miliardi nel 2014 (sono stati 1,08 miliardi nel 2009).  È opinione comune che l’Lte sarà la tecnologia 4G dominante dopo il 2012, ma il Wimax occuperà una «grande nicchia», secondo Pyramid Research. L’8 aprile, infine, Wimax Forum ha annunciato nuove specifiche che miglioreranno del 50 per cento le prestazioni dell’attuale standard (802.16e). Ha presentato inoltre una roadmap verso un nuovo standard, l’802.16m, che secondo Infonetics nel 2011-2012 competerà con l’Lte per prestazioni. Non si può dire certo che sia una tecnologia senza futuro.

Operatore Offerta Canone mensile (euro) Noleggio modem (euro/mese) Attivazione (euro) Velocità Copertura
Aria Casa 4 MB 15 5 (3 per versione senza Wi-Fi) 100, gratis con addebito su c/c 4/0,256 Mbps Umbria, Puglia, province di Brescia, Cremona, Mantova,
Pavia, Cremona, Treviso, Vicenza, Padova, Venezia
Casa 7 MB 20 7/0,512 Mbps
Aemcom Colombo 24 Gratis No 2/0,128 Mbps Provincia di Cremona
Comeser Basic 20 No 70 (con apparato indoor incluso), 150 (outdoor) 2/0,128 Mbps Provincia Parma
Freemax Internet con te 19,89 5 (o acquisto a 150 euro) 149 (con contratto 24 mesi) Nd (“Simile all’Adsl”) Province di Livorno, Massa, Lucca, Arezzo, Bologna, Parma
Linkem Max 20 20 Gratis 50 7/1 Mbps Brescia, Bari, Crotone, Latina, Avellino, Cremona, Messina,
Lodi e Milano
Max 30 30 Gratis 50
Mandarin Smart Max Casa 20 5 50 (+60 di installazione, non obbligatoria) 7/0,256 Mbps Catania, Siracusa, Ragusa, Messina, Enna e Caltanissetta.
Speed Max Casa 30 5 50 (+60 di installazione, non obbligatoria) 7/0,512 Mbps, 50 Kbps garantiti
Politech Via 19,19 25,19 (apparato indoor), 29,19
(outdoor). Altrimenti acquistabili a 195 o 360 euro
Gratis per i soci, altrimenti 50
euro
2/0,128 Mbps Provincia di Sondrio

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