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Un regalo per le Feste: del tempo da perdere

28 Dicembre 2009

Un regalo per le Feste: del tempo da perdere

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Quindici siti per perdere qualche minuto negli angoli più inconsueti e inutili del web, senza la pressione dell'orologio e senza l'urgenza di trovarci dentro utilità a tutti i costi

È tempo di regali. Secondo il tradizionale adagio, per le feste di fine anno dovremmo essere tutti più buoni. E perchè non cominciare proprio da noi stessi? Facendoci un regalo, tra i più preziosi per tutti coloro che hanno percorso tutta la stagione alla massima velocità a causa del lavoro, della famiglia, degli impegni, della ricerca di nuove opportunità, nello studio. Un regalo dedicato alle nottate insonni per colpa dei pensieri o di cuccioli umani affamati, alle attese alle stazioni, agli aereoporti, tormentati dalle musichette dei call center, al rimbalzare da una responsabilità all’altra, alle molteplici forme della burocrazia. Un regalo dedicato all’efficienza. Alla produttività. Questo regalo non è altro che la più sana, ineffabile, invincibile tra le attività umana: la perdita di tempo.

Internet ci offre numerosissimi strumenti che perseguono con la massima efficienza questo scopo. Il mondo, insomma è pieno di “intrattenitori” nel senso più stretto del termine, gente cioè che intrappola la nostra attenzione e la tiene stretta per qualche secondo o qualche minuto, distraendoci da tutto il resto, buono o cattivo che sia. A volte l’intrattenimento tenta di insegnarci qualcosa, di farci scorpire nuovi punti di vista o modi di pensare. Ma siamo alla fine dell’anno, quel che stato è stato, ci meritiamo un pochino di inutilità o no? Ecco qui alcuni suggerimenti per allentare le redini della razionalità e dar un po’ di pace al cervello.

C’è un che di trascendente nell’aspetto meditativo di Cheddarvision. Il sito ufficiale dei West Country Farmhouse Cheesemakers si apre su una webcam fissa sul lento (12 mesi) periodo di invecchiamento delle forme del Cheddar, il formaggio giallo originario dall’omonimo villaggio del Somerset britannico. Un timer sottolinea il passare del tempo (fino ai millisecondi) mentre la spessa crosta delle forme nasconde il prodigioso maturare del prezioso prodotto.

Immagino si possa definire un artista Paul Neave il cui Neave Television ci fa fare un salto nel passato. All’alba di una delle più perfette forme di perdita di tempo: lo zapping televisivo. Tutto qui.

Le domande oziose, che passione! Se doveste vivere su un’isola deserta cosa vi portereste? La tua canzone di sempre? Prima o poi tutti ci sono cascati a pensare ad una risposta plausibile. Ma scommetto che pochi di noi avranno provato a rispondere alla domanda: che sapore avrei per un cannibale?  Questo test vi offre una risposta. (Per la cronaca il mio sapore sarebbe “tofu alla griglia”. Credetemi sulla parola.)

Gli esperti di street style sono ormai una realtà. Lontani dalle luci delle passerelle della haute couture se ne vanno in giro per il mondo alla ricerca delle tendenze per le strade delle città. Tra i più celebri The Sartorialist e l’italico-svedese The Fashionist. Quello che invece segnalerei per questo articolo è Poorly Dressed, il peggio del peggio dello stile catturato per strada. Ma prima di scoppiare a ridere date un’occhiata alle vostre foto negli anni ottanta.

Alla fine dell’anno qualche soddisfazione ce la si può concedere. Un bell’atto liberatorio che mandi a quel paese i faticosi ragionamenti, i contorti compromessi con una semplice frase buona per chiudere tutte le discussioni. Graziearcazzo.com è la soluzione. Basato sulla semplice tecnologia random che aveva fatto la fortuna di Unnecessary Knowledge il sito vi serve sun un piatto d’argento una sentenza talmente ovvia che non gli si potrà rispondere che con il titolo del sito stesso. Un esempio? «Venerdì al lavoro sarebbe meglio fare la mezza giornata», oppure «Su Twitter non riesco a scrivere cose lunghe». Che cosa vi viene da rispondere?

Fine d’anno significa anche buoni propositi. Ad esempio un mio grande rimpianto è non aver tratto pressoché nulla da diversi anni di scuola di pianoforte. Ma incominicare adesso, fare l’investimento di comprare strumenti che magari entro febbraio rientrano nella categoria degli acquisti dimenticati… meglio affrontare con profitto un bel corso di Air guitar con R. “Bud” Philson. L’air banding è quella forma di creatività che spinge la gente a simulare di suonare uno strumento. Arte immortalata in una celebre scena della serie Scrubs. Il risultato non è garantito perché questo inutile corso si perde a pagina tre. Ma con un po’ di buona volontà il corso potrà bastare per mettervi sulla strada di molti campionati di Air Guitar.

La dolcezza, durante le feste non è solo quella riferita al carattere ma anche a quella del cibo. Un grave attentato alla forma conquistata a forza di problemi, panini mangiati a metà, pasti saltati. Ebbene forse sarebbe il caso di prendere ispirazione da Weird Cakes una collezione dei dolci meno invitanti della storia della cucina. Simile è la raccolta di Awkward Family Photos: se verrete male nelle foto dopo il cenone, non vi preoccupate, c’è chi sta peggio.

Vi manca tanto l’ufficio? I suoi ritmi, gli odori, quei gesti semplici e familiari che hanno tanto riempito la vostra vita negli ultimi mesi? Provate a lenire la nostalgia giocando con la vostra pinzatrice del cuore su Visual Stapler la «rivoluzionaria simulazione on line di pinzatrici».

Un po’ più di tempo libero permette anche di sistemare alcune faccende familiari. Vi siete mai chiesti come mai il vostro gatto vi fissi? O perché butta fuori la sabbietta dal contenitore? Forse sta pianificando il vostro assassinio. Approfittate di qualche giorno di vacanza per tenerlo d’occhio grazie a questo manuale salvavita: Cats who throw up grass.

E per finire un sito che non impilerei nella categoria degli inutili. Anzi, la sua rilevanza sociale è evidente. Si chiama Umarells. Secondo le informazioni diffuse dallo stesso sito Umarell è la definizione dialettale (emiliano-romagnola) per definire quella specialissima categoria di anziani il cui compito storico è quello di osservare e borbottare. Gli Umarell si attaccano a qualunque lavoro stradale, a qualunque attività umana e svolgono la loro funzione di critici, a volte solo con uno sguardo colpevolizzante: operai! State scrivendo la storia, ma noi siamo qui a vegliare sulla vostra sintassi!. Umarell è una raccolta di questi giudici inflessibili e delle loro molteplici vesti.

Qui finisce la collezione di perdite di tempo. Un’oretta è volata via nel più assoluto nulla. Rimane forse uno strano sapore, la convinzione di essere l’unico essere umano finito su un pianeta di alieni completamente rincitrulliti. Gente che si diletta nel più supremo nonsense, il nulla quasi del tutto totale, una fuga in avanti verso la nebbia più fitta del pensiero. Eppure sono anche quelle idee. Strambe, raffazzonate, incredibili. Come quella di passare un sacco di ore della giornata di fronte all’album dei compagni di scuola (quello che gli americani chiamano face book) a farsi gli affari degli altri e a far sapere a tutti le nostre cose più intime quali: ho appena letto un articolo che diceva: “è tempo di regali…”.

(Buone Feste a tutti. E grazie ad Alberto e Nic per l’aiuto nella fondamentale ricerca.)

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