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Il 3D bussa di nuovo. Gli apriamo?

13 Febbraio 2009

Il 3D bussa di nuovo. Gli apriamo?

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Gli occhialetti con una lente blu e una lente rossa, ricordate? Negli Stati Uniti sono tornati prepotentemente in auge, sostenuti da un manipolo di colossi dell'hardware e dell'entertainment. Cambieranno, questa volta, il modo in cui andremo al cinema e guarderemo la tv?

La maggior parte di noi non ha fatto in tempo a godersi la gloriosa stagione – mezzo secolo fa – in cui il cinema cercò la strada delle tridimensionalità, attraverso titoli indimenticabili come Il segno dell’uomo lupo, La creatura della Laguna Nera o La Donna Gatto dalla Luna. Di conseguenza gli occhialini una-lente-blu-e-una-rossa sono per molti di noi un oggetto ignoto, o quantomeno mai sperimentato. Forse qualcuno è riuscito, in un qualche parco di attrazioni o cinematografo high-tech a indossare quelli con le lenti polarizzate (entrambe sul grigio), per provare più emozioni di caduta, volo radente fra stalattiti o stalagmiti, mal di mare e l’ormai classico incontro con stormo di pterodattili affetti da cattiva digestione (li potete vedere a Gardaland, per esempio). Molti meno sono quelli che hanno potuto provare gli occhialetti stroboscopici che, a quanto si diceva, avrebbero dovuto rendere ancora più realistica la mamma-mia-che-impressione.

Il tridimensionale dunque è stato per lungo tempo simbolo del trash o dei filmati di divulgazione scientifica, anche se non sono mancati naturali esperimenti in altri ambiti (imperdibile questo spogliarello d’antan 3D ). La cinematografia stereoscopica sembrava essere stata per sempre relegata al ruolo di curiosità tecnologica ma, nel miglior stile “a volte ritornano”, ne viene annunciato un rimbalzo in forze da niente popo’ di meno che la magica DreamWorks. Dato che si tratta di gente che di tecnologia ne capisce e che ha infilato un certo numero di film di successo, vale probabilmente la pena darci un occhio. O due.

L’alleanza dei giganti

La prima avvisaglia del 3D che non vuole morire l’hanno vista gli americani che si sono goduti l’appena passato Superbowl. Fra i carissimi spot (anche 30 milioni di dollari l’uno) che sono stati emessi, ha fatto spicco un blocco di reclame realizzate in Treddì – tra cui ad esempio l’ultima pubblicità della SoBe Lifewater (quella delle lucertole…). In realtà, non si tratta del primo spot tridimensionale passato durante il Superbowl (il primato spetterebbe a questo spot di Diet Coke). E non si tratta nemmeno di una mera operazione pubblicitaria. Qui dietro c’è il nuovo mondo di DreamWorks, che ha promesso che d’ora in poi i suoi nuovi film li girerà tutti in 3D (voglio vedere qui in Italia che cosa arriva davvero…).

Il primo film della nuova generazione in rilievo, appropriatamente intitolato Monsters vs Aliens, era protagonista in vari modi di questo break pubblicitario durante la partita più popolare d’America: uno spot tridimensionale la cui visione è stata markettisticamente resa possibile attraverso la distribuzione gratuita di 125 milioni di occhialetti fortemente sponsorizzati. Ma dietro ancora c’è il gigante Intel, che ha sviluppato InTru3D, una tecnologia di processing dell’immagine che dovrebbe migliorare sensibilmente l’esperienza ed il realismo dello spettacolo. Tecnologia che a ben leggere fra le righe non si ferma al mondo del cinema, ma si presta a un impiego in computer o videogiochi (dove guarda caso NVidia è già uscita con una propria soluzione occhialata).

Il vero business è in salotto

Ah, dimenticavo un particolare nella lista: tra gli oggetti su cui si può applicare la tecnologia stereoscopica di Intel ci sono anche le Tv domestiche. Oh. Già, perché è proprio lì che c’è il big business. Non c’è paragone fra la frequentazione delle sale cinematografiche (anche se quest’anno, negli States, usciranno ben 14 nuovi film tridimensionali) e la permanenza davanti alla Tv. E guarda caso, proprio il giorno dopo il SuperBowl è stato mandato in onda per la prima volta un programma televisivo di lunghezza normale tutto in 3D. Chiaro, la pressione per continuare l’innovazione (e la sostituzione) degli schermi televisivi si intensifica, sia per combattere la crisi, sia per contrastare quel falso senso di sicurezza che ci potrebbe prendere avendo acquistato un televisore “piatto”.

Se pensiamo che per un po’ siamo a posto ci sbagliamo di grosso. Rilancio la stessa profezia di qualche settimana fa: se questo Natale è stato un Natale di televisori digitali, il prossimo lo sarà di televisori Full HD (mangiatevi le mani, se avete risparmiato e comprato un HD Ready). Il Natale 2010 o 2011 sarà quello in cui metteremo la mano al portafoglio per acquistare un televisore interattivo. Ma nel 2012-2013 dovremo buttarlo via, per fare posto a un fiammante televisore piatto, Full HD, interattivo e soprattutto 3D…

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