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Internet, «un vero dono per l’umanità»

28 Gennaio 2009

Internet, «un vero dono per l’umanità»

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Il Vaticano è solo l'ultima tra le grandi organizzazioni mondiali ad aprire un canale di pubblicazione di video sul più importante sito di condivisione internazionale. Un'innovazione che va a consolidare una complessa rete di informazione

«Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia»: è questo il titolo che Benedetto XVI ha voluto dare al suo messaggio per la 43a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Evidentemente il Papa considera come internet stia determinando cambiamenti fondamentali nei modelli di comunicazione e nei rapporti umani: «Questi cambiamenti», scrive, «sono particolarmente evidenti tra i giovani che sono cresciuti in stretto contatto con queste nuove tecniche di comunicazione e si sentono quindi a loro agio in un mondo digitale che spesso sembra invece estraneo a quanti di noi, adulti, hanno dovuto imparare a capire ed apprezzare le opportunità che esso offre per la comunicazione». Il Pontefice chiama questa generazione di giovani la «generazione digitale» che sa approfittare dello «straordinario potenziale delle nuove tecnologie», da lui definite «un vero dono per l’umanità». Qui Benedetto XVI compie una scelta precisa: lascia libera la riflessione e il giudizio sul modo in cui queste tecnologie vengono usate, ma è chiaro nel definire come le tecnologie in se stesse siano un «dono» dallo straordinario potenziale.

Il messaggio del Papa in realtà è il frutto di un progressivo sempre più stretto rapporto tra la Chiesa e la Rete. Giovanni Paolo nel 2002, nella stessa circostanza, aveva inviato un messaggio usando toni ispirati al «senso di avventura che ha caratterizzato altri grandi periodi di cambiamento», al «realismo» e alla «fiducia» fino all’esortazione, rivolta a tutta la Chiesa, a «varcare coraggiosamente questa nuova soglia, per “prendere il largo” nella Rete». Che cosa ha determinato da sempre questo rapporto di attrazione? La Chiesa ha nell’annuncio di un messaggio e nelle relazioni di comunione due pilastri fondanti del suo essere. Dunque si sente chiamata ad essere lì dove l’uomo sviluppa la sua capacità di conoscenza e di relazione: internet non è un semplice «strumento» di comunicazione che si può usare o meno (il Papa non usa mai il verbo «usare» o il sostantivo «uso»), ma un «ambiente» culturale, che determina uno stile di pensiero e crea nuovi territori e nuove forme di educazione, contribuendo a definire anche un modo nuovo di stimolare le intelligenze e di costruire la conoscenza e le relazioni. L’uomo infatti non resta immutato dal modo con cui manipola il mondo: a trasformarsi non sono soltanto i mezzi con i quali comunica, ma l’uomo stesso e la sua cultura. La Chiesa dunque, per attuare sino in fondo la sua missione, sente di aver bisogno di vivere nella Rete.

È quindi naturale che il Centro televisivo Vaticano e la Radio Vaticana da tempo abbiano seguito con attenzione lo sviluppo del mondo delle comunicazioni e si siano resi conto della importanza di immettere nella Rete i loro contributi sulla attività del Papa e gli eventi vaticani. Perciò hanno avviato da circa un anno e mezzo la produzione quotidiana di videonews, pubblicate sul Sito della Radio Vaticana. È una evoluzione del tutto naturale, che corrisponde a quella «attrazione» fondamentale tra Rete e Chiesa. Ora che la produzione è sufficientemente stabile si è pensato a un passo ulteriore: offrire questo servizio non solo a una utenza prevalentemente cattolica, ma a un pubblico assai più largo, praticamente globale. Perciò la scelta di YouTube, la piattaforma più adatta per diventare presenti sulla Rete con regolarità, in modo da poter offrire una fonte di riferimento attendibile e continua. È stato quindi inaugurato il canale Vatican, presentato ufficialmente alla stampa il 23 gennaio scorso. Il canale contiene video sull’attività del Papa e gli eventi vaticani di durata non superiore a 2 minuti. Viene aggiornato quotidianamente con una media di una o due news al giorno. Ha la stessa offerta video in inglese, spagnolo, tedesco, italiano.

È dunque un passo importante perché non si sceglie una nicchia protetta, ma si entra in uno spazio condiviso da tutti e in più lingue per un’ampia accessibilità. Si tratta dunque di un’opportunità per la comunicazione interna alla Chiesa, ma anche per la comunicazione tra la Chiesa e il mondo, la gente, l’opinione pubblica. La Chiesa in questo senso riconosce di aver bisogno dell’opinione pubblica, e grazie alla Rete sente di poter entrare in continuo dibattito con il mondo circostante. Per questo nella homepage del canale si trovano vari link, con cui è possibile raggiungere un’informazione e documentazione più ampia ed esauriente sul Papa e la Santa Sede, lo Stato Vaticano, la Radio Vaticana e il Centro Televisivo Vaticano. Entrando nel vasto mondo di YouTube si allarga naturalmente la possibilità non solo di comunicazione da Roma al mondo, ma anche viceversa.

Sotto il video principale altri tre link servono a connettersi con le fonti di informazione vaticane di attualità: in ogni sottocanale linguistico vi è il link alla pagina web della Radio Vaticana nella stessa lingua, il link alla pagina del Bollettino della Sala Stampa (che contiene i testi completi in lingua originale), il link alla edizione dell’Osservatore Romano nella lingua rispettiva. Dunque alla breve videonews si può quindi passare, se si desidera, alla contestualizzazione, ai testi completi, ai commenti dei media vaticani.

Certo questo genere di collegamento diretto con il «centro» potrebbe sollevare un problema per la Chiesa stessa: la possibilità di entrare in collegamento col centro delle informazioni, saltando ogni forma di mediazione visibile. In sé ciò è un fatto positivo, perché permette di attingere dati, notizie, commenti alla fonte, saltando ogni forma di passaggio intermedio e il tutto in tempo reale. In termini più generali e fondamentali, per la Chiesa la fede non è fatta soltanto di informazioni, né la Chiesa è luogo di mera «trasmissione», cioè non è una pura «emittente». Essa è luogo di «comunicazione» e «testimonianza» vissuta del messaggio che si «annuncia». Dunque per la Chiesa le mediazioni concrete, locali sono importantissime. Invece il rapporto diretto, che si crea in Rete, tra centro e qualsiasi punto della periferia forma un’abitudine all’inutilità della mediazione incarnata in un certo momento e in un certo luogo. Qualcuno, per fare un esempio, potrebbe chiedersi: perché devo leggere la lettera del parroco se posso realizzare la mia formazione attingendo materiali direttamente dal sito della Santa Sede e dal canale YouTube del Vaticano? Molti, del resto già, grazie alla televisione, ben conoscono il volto del Papa, ma non riconoscerebbero il vescovo della propria diocesi.

In realtà sappiamo che da tempo si vanno diffondendo nel mondo e nelle diocesi iniziative simili, e quindi il servizio offerto compie un processo e lo rilancia, non lo scavalca. Semmai il canale vaticano intende offrire il supporto dell’informazione su scala più globale, senza sostituirsi per nulla alla loro funzione di contatto più capillare e diretto. Inoltre tra i link proposti dal canale vaticano esiste quello al canale H2onews, che riporta in 9 lingue molte altri video sulla vita della Chiesa nel mondo, risultato della collaborazione con quasi 200 emittenti televisive cattoliche di vari Paesi alle quali pure si può accedere direttamente tramite una pagina del sito H2onews. Questo progetto era nato durante il primo congresso di televisioni cattoliche del mondo, tenutosi nell’ottobre 2006 a Madrid, ed è infine sbarcato online all’inizio del 2008.

Dunque è nata una grande rete di informazione, non semplicemente un canale: una grande «rete nella Rete» insieme ai canali, siti e media della Chiesa. E in ogni caso, come Henrique de Castro, Managing Director Media Solutions di Google ha riconosciuto alla presentazione del canale vaticano, la Chiesa ha una lunga storia legata ai media: dalla stampa, alla radio e dalla televisione al web. Punto forte del progetto è proprio questa rete capillare che si va costruendo in sinergia e convergenza dal basso e dall’alto; punto da sviluppare maggiormente è la possibilità di interazione, e il rapporto con quello che oggi viene chiamato il prosumer, cioè il produttore/consumatore dell’informazione, figura caratteristica dei consumer generated media. L’impegno con YouTube è una tappa importante all’interno di un cammino che vedrà la Chiesa sempre più coinvolta non solo nei «luoghi» della Rete, ma anche nelle sue «logiche».

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