3 ebook a un prezzo eccezionale! 🚣‍♀️

Solo per un weekend: da venerdì 19 a lunedì 22 aprile.

Approfitta dell'offerta
Home
Broadcasting Her Majesty

25 Novembre 2008

Broadcasting Her Majesty

di

Le Regine sbarcano sulla rete e lo fanno usando YouTube. Un po' rigide, forse un po' impacciate, ma sicure che oltre allo scettro anche la videocamera possa essere un simbolo di potere. Gli esempi di Elisabetta di Inghilterra e Rania di Giordania

Si racconta che alla vigilia della Rivoluzione Francese la regina di Francia, Maria Antonietta, informata del fatto che i suoi concittadini fossero senza pane, suggerisse loro di nutrirsi di brioches. Un atto di scarsa sensibilità verso le necessità dei propri sudditi che la sovrana avrebbe di lì a poco pagato con il patibolo. Un atteggiamento ben diverso da quello assunto da una delle più longeve monarchie britanniche, quella di Elisabetta II Windsor, sempre molto attenta all’opinione dei sudditi nei confronti della dinastia regnante. Visite, incontri e onorificenze per il popolo, rimbrotti e ramanzine per i propri esuberanti parenti. Un sensibilità che ha portato la Regina a inseguire i sudditi in luoghi inaspettati per una monarca: la Rete.

E così dopo cinquant’anni esatti da quando il Christmas Message di sua Maestà aveva debuttato in televisione e settantacinque anni dopo che il nonno Giorgio V aveva usato la radio per diffondere gli auguri natalizi, ecco che, preceduto dalle storiche immagini televisive, il messaggio video sbarca su YouTube. Il Christmas Message è solo uno dei video presenti nel canale YouTube voce della monarchia inglese, The Royal Channel, varato il 23 dicembre 2007. The Royal Channel contiene tutto ciò che un suddito vorrebbe conoscere della propria famiglia regnante, dal discorso d’apertura del parlamento all’andamento della raccolta delle mele nella tenuta di Sandringham House.

Rania Al Yassin, nata in Kuwait da una famiglia palestinese, è stata proclamata regina di Giordania a un mese dall’ascesa al trono del marito Abudullah II nel 1999. Una regina dei nostri tempi. Araba e musulmana, si è laureata all’Università del Cairo e ha lavorato per Citibank e Apple Computer. Sovrana di uno stato in equilibrio in uno dei luoghi più caldi della Storia, che condivide alcuni dei suoi confini con Arabia Saudita, la Siria, Israele, Rania è una protagonista della scena internazionale sia per la sua avvenenza, sia per il suo impegno politico e sociale, in primo luogo per promuovere il dialogo tra l’occidente e il mondo arabo musulmano. È in questo ambito che la regina di Giordania approda su YouTube, il 30 marzo del 2008, invitando i navigatori a inviarle tutti i propri stereotipi sul mondo arabo affinché possa dimostrarne, uno ad uno, l’inconsistenza. Anche in questo caso il messaggio non è estemporaneo, ma inserito in una strategia più ampia di comunicazione, sempre su YouTube, con un canale intitolato alla stessa sovrana: Queen Rania on Youtube. Il canale contiene una nutrita collezione di “cose che fanno gli arabi”, dal ruolo delle donne, alla rivendicazione dell’invenzione del caffè, e alcune testimonianze di viaggiatori occidentali.

Tuttavia ciò che contraddistingue i due canali è che certamente poco aderiscono al motto “broadcast yourself” che si trova nel logo di YouTube. C’è poco di personale e molto di istituzionale nei video prodotti e selezionati per i canali. Di buona fattura, ben recitati, ben ripresi, diligentemente proiettati verso la divulgazione di una idea di monarchia saggia e ben temperata. La Rete è il luogo del dialogo, ma quale dialogo ci si può aspettare da così alti rappresentanti del potere, le cui parole sono soppesate con fin troppa diplomazia? Il dialogo è anche fatto di contrasti, errori, ritrattazioni e non solo di spot patinati e inappuntabili.

La monarchia, come istituzione, ha la necessità, più di altre forme di governo, di dimostrare continuamente di non essere solo un pittoresco retaggio di un passato medievale buono solo per i turisti. Così come ebbe a sottolineare la giovane Regina Elisabetta nel primo messaggio di Natale televisivo del 1957, nel quale affermava che comprendendo la difficoltà con la quale alcuni sudditi stessero vivendo un’epoca di continui e repentini cambiamenti ebbe a precisare: «Ma non sono le invenzioni in sé il problema. Le difficoltà sono provocate da quelle persone incuranti che buttano idee senza tempo come fossero un macchinario vecchio e sorpassato». È chiaro che all’alba della televisione la Regina stava parlando del suo ruolo. Entrando negli studi televisivi non faceva altro che riaffermare il ruolo di protagonista agente delle scelte di un popolo. E così cinquant’anni dopo si ritrova a riaffermare la propria legittimazione occupando il suo spazio su YouTube come uno qualsiasi dei suoi sudditi dotato di videocamera. È il destino di tutti i mezzi di comunicazione, essendo essi intrinsecamente mezzi di potere, che possano essere usati per riconsolidare, con il solo uso, i ruoli istituzionali. Così come per il solo fatto di “metterci la faccia” la regina Rania riafferma, al di là della qualità dei messaggi contenuti nel suo canale il diritto di considerarsi portavoce di una certa visione del mondo rabo.

Certo non si poteva chiedere di più a delle regine. E certo non sarà permesso loro di prendere in mano la telecamera e a mettersi, magari senza make-up, a far due chiacchiere sulla pioggia del pomeriggio o di quanto siano simpatiche le nuore. Va riconosciuto comunque che, oltre alla necessità di riaffermare la propria presenza nella contemporaneità, le due regine hanno fatto un passo verso la ricerca di un dialogo con noi, che, né per nascita né per matrimonio, ci sono stati regalati un trono o le brioches.

Iscriviti alla newsletter

Novità, promozioni e approfondimenti per imparare sempre qualcosa di nuovo

Gli argomenti che mi interessano:
Iscrivendomi dichiaro di aver preso visione dell’Informativa fornita ai sensi dell'art. 13 e 14 del Regolamento Europeo EU 679/2016.