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Dopo il target: un master per i nuovi comunicatori

14 Novembre 2008

Dopo il target: un master per i nuovi comunicatori

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Sono ancora aperte le iscrizioni alla prima edizione del master in Digital Marketing and Communication di Ifaf-Apogeo School of Technology, in partenza nei prossimi giorni a Milano. Oggi incontriamo uno dei docenti del corso, Marco Massarotto, consulente e autore di Internet PR

Sabato 22 novembre prende il via a Milano, nell’ambito di IFAF-Apogeo School of Tecnology, la prima edizione del Master in Digital Marketing & Communication. Ne abbiamo già parlato con la coordinatrice Mafe De Baggis, vogliamo tornare a occuparcene brevemente per conoscere uno dei docenti: Marco Massarotto, noto blogger, autore di Internet PR (Apogeo, 2008), socio fondatore di Hagakure, agenzia di pubbliche relazioni specializzata sul Web.

Marco una curiosità: cosa significa Hagakure?

Hagakure è il nome del codice d’onore dei samurai, è un testo che risale al 1600 ed è una passione mia e del mio socio. È molto divertente, perché i samurai, che di solito vengono visti unicamente come dei guerriglieri, in realtà erano anche dei consulenti, perché in tempo di pace amministravano i beni dei loro signori. Ci piace rifarci alla loro etica, così lontana dai tempi del Web ma in realtà così attuale, all’etica di coloro, cioè, che mettevano in atto una delle forme forse più alte che l’uomo abbia mai visto in tema di consulenza, di rapporto di fiducia e di collaborazione.

Tu sei l’autore del libro Internet PR, edito da Apogeo

Sì, è uscito nell’aprile del 2008 ed è anche l’argomento del mio modulo nell’ambito del master.

Ecco, veniamo al master, che prenderà il via sabato 22 novembre. C’è già stato un primo incontro: l’Open Day del 6 novembre. Come è andata?

Bene. Il 6 novembre, nel giorno dello IAB Forum, Milano era popolata di gente interessata a Internet. Nel pomeriggio abbiamo avuto un incontro presso la sede Ifaf con una decina di iscritti. È stato molto interessante. Insieme a Mafe De Baggis e Federica Bellagamba abbiamo impostato l’incontro in maniera, per così dire, orizzontale, scambiandoci domande e dando subito spazio agli studenti per permettere loro di contribuire all’orientamento del corso stesso. Ci sono, tra gli iscritti, persone con esigenze molto diverse tra loro, ed è quindi opportuno che anche loro contribuiscano all’orientamento del master.

Quanto è importante nell’ambito dell’impresa un master come il vostro?

Credo molto, per almeno due motivi. Innanzitutto perché il master consta di un programmacompleto, che va a toccare le numerose aree di competenza che Internet richiede a chi si occupa di comunicazione. Internet è, infatti, uno strumento estremamente sofisticato rispetto agli strumenti tradizionali. Chi si occupa di marketing in Rete si trova inevitabilmente di fronte a una complessa serie di opportunità e di tecniche da padroneggiare. Inoltre, e vengo al secondo dei motivi per cui reputo importante il master, c’è unprofondo bisogno di formazione, le aziende hanno la necessità di assorbire la cultura della Rete e dei media digitali. E tale necessità esiste non solo per chi si occupa di marketing, ma per qualsiasi altro operatore. La natura stessa del mezzo, il fatto che ci si trovi di fronte non più a semplici spettatori, come accade alla radio, in Tv o sui giornali, ma a dei veri e propri interlocutori che possono interagire, dialogare, conversare, approfondire e dire la loro, fa sì che spesso il dialogo si avvii non tanto con chi fa marketing, ma quanto con chi realizza il prodotto o il servizio. Da qui, come dicevo, l’esigenza di assorbire la cultura di Internet non solo da parte degli addetti al marketing, per i quali è comunque fondamentale, ma anche e soprattutto da parte di chi non si occupa di marketing e si occupa magari di sviluppo del prodotto, ricerca, distribuzione ecc. Il master tra l’altro è configurato a moduli e ognuno può scegliersi i pacchetti di lezione che più preferisce. È un’occasione dunque, quella offerta da Ifaf Apogeo School of Tecnology, per distribuire conoscenza nei punti chiave dell’azienda.

Il master vedrà la presenza di una decina di docenti, figure molto note in Rete, professionisti che hanno una intensa vita su Internet. Tra questi, appunto, Marco Massarotto. Tu ti occuperai, manco a dirlo, di Internet PR.

Si, esatto. Anche io, come Mafe De Baggis che coordina il progetto, tengo a evidenziare il fatto che tutti i docenti non solo operano professionalmente sul Web, ma hanno in Rete una buona parte della loro vita personale. Sono tutti blogger, appassionati di Internet. Ma torniamo a me: il mio modulo si chiama appunto Internet PR. È diviso in tre parti, ognuna delle quali sarà caratterizzata dalla presenza di una forte componente pratica. Le lezioni saranno di otto ore ciascuna, tutte di sabato. Dedicheremo mezza giornata alla teoria e al ragionare sugli strumenti offerti dalla Rete per la relazione coi consumatori, e mezza giornata a simulare un caso di comunicazione.

La prima parte sarà dedicata all’ascolto, che è la prima cosa che le aziende devono attuare: ascoltare le conversazioni dei consumatori su Internet, ascoltare ciò che la Rete dice di loro, dell’azienda, delle marche, dei prodotti, del management. Questa è un’opportunità straordinaria di conoscere meglio il proprio mercato, i propri prodotti, perché spesso chi utilizza i prodotti li conosce meglio di chi li realizza, ed è un’occasione straordinaria, questa, per cominciare a entrare nell’enorme conversazione globale che ha luogo su Internet.

La seconda parte sarà dedicata al dialogo e all’ingresso nella conversazione stessa. Vedremo quali sono le regole, quali sono le tecniche, come cominciare a interagire, a conversare, a dialogare online con i propri stakeholder, con gli opinion leader della Rete, utilizzando linguaggi e regole nuove. Per citare un esempio straordinario, di ascolto prima e di relazione e di individuazione di un nuovo opinion leader poi, pensiamo alla campagna elettorale di Barak Obama, che è stata totalmente Internet-centrica. Internet è stato il mezzo più importante utilizzato da nuovo presidente degli States, anche in termini di found raising. Mi risulta che una cifra enorme di finanziamenti sia stata raccolta proprio attraverso la Rete, mediante una presenza intensissima nella stessa.

La terza parte, infine, sarà dedicata al controllo della conversazione stessa. Le aziende hanno spesso paura di perdere il controllo della conversazione, perché in Rete l’utente può rispondere, può criticarti, può lodarti, cose – queste – che un tempo non potevano certo accadere. La lode online è di sicuro un’opportunità, mentre la critica è un rischio con cui si è costretti a fare i conti. Ma non prendere parte a una conversazione per paura della critica non avrebbe alcun senso, dato che la critica potrebbe arrivare comunque. Meglio quindi entrare nella conversazione. Controllarla è impossibile, orientarla è difficile, influenzarla partecipandovi e dialogandovi apertamente su ogni aspetto è l’unica scelta che oggi si prospetti a un’azienda su Internet. E qui torniamo al discorso di prima: assorbire la cultura di Internet, trasformare la propria marca in una marca digitale che abbia una vita digitale e sia in grado di relazionarsi in Rete, con i cittadini di Internet.

La domanda con cui chiuderò il programma sarà: ha ancora senso parlare di target o forse, almeno su Internet, occorre parlare di network di consumatori?

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