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Invece di friggersi il cervello con un file

25 Luglio 2008

Invece di friggersi il cervello con un file

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Le droghe in formato Mp3 fanno discutere, tra allarmismi poco giustificati e picchi di attenzione mediatica. La musica che stordisce forse esiste, ma è più probabile che sia in mano a polizia e militari. Più che a iDoser, dovremmo fare attenzione a Medusa

Nelle scorse settimane la pericolosissima Internet è salita ancora una volta alla ribalta delle cronache, grazie al tam tam relativo a iDoser, che sarebbe una droga sonora online, il più recente attentato della Rete Malvagia alle virtù e alla salute dei nostri giovani. A quanto pare, scaricando particolari file e riproducendoli sull’iPod, le onde sonore potrebbero indurre stati di alterazione cerebrale. L’allarme è forte tanto che, come riporta ad esempio il Corriere della Sera, la Guardia di Finanza sta già intervenendo per presidiare il problema. Comprendo il fermento dei giovani deviati, ma non posso evitare di ricordare come alla loro età i miei amici cercassero di sballarsi con l’interno della buccia di banana, il famigerato Mellow Yellow, la più colossale bufala della stupefacente storia dell’umanità che si fa (e aggiungo qui la mia personale riprovazione per tutti quelli che si bruciano il poco cervello che hanno con sostanze ricreative).

Al di là del momentaneo sballo provocato da una qualsiasi droga, file Mp3 o emozione come l’amore e la passione, l’allarme sociale si crea per gli effetti sociali al lungo termine, che esistono, eccome se esistono. È stato ad esempio recentemente provato che gli effetti dei funghi allucinogeni possono durare per mesi e mesi, ma non in termini di sballo quanto di sentirsi più spirituali e amare di più il mondo. Prescriverei una dose obbligatoria di funghi a tutti quegli imbecilli che cercano regolarmente di ammazzarmi in autostrada a bordo dei loro Suv.

Tornando alle dosi musicali, queste droghe acustiche sarebbero basate sull’uso di infrasuoni, suoni di bassissima frequenza, in passato testati in campo militare. Ma dato che i militari e i ricercatori a loro collegati ragionano ad ampio spettro, all’altro estremo della gamma di frequenze troviamo una novità potenzialmente molto più efficace: il raggio a microonde che la musica nel cervello te la spara davvero. La musica “ordine pubblico oriented”, che fa a meno degli auricolari è in fase di sviluppo da parte di un’azienda americana, che l’ha appropriatamente denominata Medusa (Mob Excess Deterrent Using Silent Audio) ovvero musica silenziosa che deterre le folle.

Lo sballo cerebrale della medusa è assicurato da una serie di impulsi a microonde (quelle robe con cui zappate il pollo nel forno) che, diretti verso il cervello, lo scaldano come il pennuto suddetto. Il calore, forse ve lo ricordate, fa dilatare le cose; quindi una serie di rapidi impulsi fanno dilatare a ripetizione la capoccia (o meglio il suo contenuto), creando delle onde d’urto che creano una vibrazione che può essere avvertita dalle orecchie. Un bel modo per massimizzare i bassi, con alcuni effetti collaterali come un gran mal di testa o lo stordimento. E forse, anche se non è stato provato, danni cerebrali permanenti (comparabili o superiori all’esposizione prolungata al palinsesto televisivo italiano).

Il sistema Medusa, dopo i promettenti risultati della sperimentazione di fase 1, dovrebbe essere trasformato in un prototipo in meno di due anni. Se dunque iDoser si rivelerà (come sospetto) una bufala, gli scapestrati giovani del futuro avranno una pratica alternativa: andare a manifestare in massa di fronte a un’ambasciata o all’abitazione di un maggiorente. Lo sballo sarà gentilmente e gratuitamente offerto dalle forze dell’ordine, garanzia di qualità.

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