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Thriller, user generated content battono Michael Jackson

26 Giugno 2008

Thriller, user generated content battono Michael Jackson

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Il video musicale più famoso di tutti i tempi gode ancora di ottima popolarità su YouTube, dove in questi anni è stato visto da almeno 18 milioni di persone. Ma le reinterpretazioni della canzone vanno perfino oltre e sfiorano quota 50 milioni di visite. Un fenomeno creativo

Era il lontano 1992. Internet per come la conosciamo oggi era ancora di là da venire. Un tale Michael Jackson, che da anni batteva le scene, prima coi Jackson Five e poi da solo, pubblicava un album discografico chiamato Thriller. E segna una pietra miliare della storia della musica. In questi 26 anni, Thriller (grazie anche a successive riedizioni) ha continuato a macinare record. È l’album più venduto nella storia della musica e è uno dei più amati (per coerenza professionale me lo sto riascoltando mentre scrivo questo pezzo: il disco tiene, accidenti se tiene, nonostante l’età). Le copie vendute hanno superato i 104 milioni (e quelle scaricate illegalmente non si contano); nonostante la pirateria l’album continua a far registrare quasi mezzo milione di copie venute ogni anno. È stato votato da molte classifiche come uno dei dischi più importanti della storia della musica leggera.

Uno degli aspetti più innovativi dell’operazione multimediale di Jackson (un genio anche se umanamente, come sappiamo, personaggio molto discutibile) fu far uscire la musica dal disco, per farla approdare in televisione sotto forma di video musicali (o contenuti multimediali, se vogliamo vederla sotto questa luce); video che sono dei piccoli capolavori, come Beat it e soprattutto, proprio, Thriller, segnando una innovazione nel modo in cui si concepivano i cosiddetti videoclip (relativamente a Beat it, fortemente raccomandato guardarselo e poi confrontarlo con “Eat it” la surreale versione registrata da Weird Al Jankovic).

Realizzato con la regia di John Landis e prodotto senza economia di mezzi, il filmato da 13 minuti (un vero e proprio corto) si è rapidamente affermato come un pezzo della storia del cinema. Naturalmente, con l’arrivo di Internet, il filmato ha iniziato a girare in Rete, ma possiamo dire che è stato con l’arrivo di YouTube che questo video è stato riscoperto (e per moltissimi, scoperto per la prima volta). Ad oggi possiamo stimare che il filmato (in varie versioni) sia stato visto su YouTube circa 18 milioni di volte, a prova di quanto Internet sia in grado di prolungare ed amplificare la vita dei content eccellenti. Ma l’interesse del massmediologo in realtà si concentra su un altro fenomeno.

La possibilità di usare tecniche digitali fino a pochi anni fa alla portata dei professionisti e la voglia (e la possibilità) di condividere con il mondo il frutto del proprio lavoro ha portato come sappiamo a una esplosione della reinterpretazione dei classici, alla massiccia produzione in rete delle proprie versioni. Thriller, per la sua valenza di icona culturale, non ha fatto eccezione, e ha dato i natali a una serie di reinterpretazioni, sia dal lato dell’utente, sia dal lato delle aziende. Di schifezze ne sono uscite parecchie, che se si risparmiavano il tempo e i bit facevamo meglio… fatto salvo comunque il diritto a divertirsi. Particolarmente agghiacciante, per esempio, questa versione suonata da una banda scolastica e danzata (si fa per dire) da una squadra sportiva, che comunque si è fatta il suo milione e trecentomila visioni.

Tuttavia sono uscite anche alcune gemme. Tra le versioni “non autorizzate” forse la più impressionante è quella realizzata dai prigionieri del carcere filippino Cebu Provincial Detention and Rehabilitation Center – carcere in cui evidentemente passano il tempo libero a studiare coreografie di pezzi famosi da filmare e diffondere poi in Rete (e ne esiste già un buon numero). Nello specifico, nell’anno 2007 oltre 1.500 carcerati hanno dato vita alla più grande interpretazione di massa del balletto degli zombie. E i risultati, su YouTube non sono mancati, con oltre 17 milioni di visioni, quasi eguagliando l’originale. L’immancabile versione fatta con i pupazzetti del Lego (un lavoraccio) ha generato un po’ più di due milioni di visioni. L’immancabile film con bambina arriva a oltre due milioni e mezzo. Una menzione specialissima va poi a Brian e Sandy Lundmark, due comunissimi americani che, per ravvivare il proprio matrimonio, hanno deciso di offrire agli invitati, con la complicità degli amici e di una insegnante di danza, un primo ballo alla festa di nozze decisamente fuori dal comune. Invece del solito valzer si sono esibiti proprio nella coreografia di Thriller. Poi, giusto per lasciare un ricordo ad amici e parenti, hanno messo in Rete il filmato. Risultato: quasi 7 milioni di visioni, senza contare quelle generate dal documentario di backstage che una rete televisiva ha loro dedicato – trasformandoli nella coppia di sconosciuti sposi più noti al mondo.

Un po’ in coda ma gradevolissimo – e poi diamogli tempo, è online da poco – il video del balletto portato su di un treno della metropolitana, che comunque già si avvicina al milione di visioni. In questo caso si tratta del frutto di un concorso lanciato online per il miglior video amatoriale di Thriller, lanciato da Sony BMG nel Regno Unito). Non sono poi di certo mancate le declinazioni svolte a livello diciamo così, aziendale/professionale. Assolutamente imperdibile il video della versione Bollywood del clip, realizzata da un improbabile artista locale che immagino famoso – ma che noto lo è diventato di certo dopo aver prodotto il video, con 13,3 milioni di visioni. Più di nicchia, ma godibilissima per gli appassionati della serie, la versione della coreografia realizzata in animazione dal cast di attori virtuali di Final Fantasy, ben sopra il mezzo milione. Val la pena di notare che la coreografia di Thriller (insieme ad altro, tipo Saturday Night Fever, Macarena o il balletto irlandese) è stata ripresa anche nel diffusissimo gioco online World of Warcraft, in cui i personaggi possono ballare queste coreografie, in una sorta di Easter Egg… e di cui si trovano anche alcuni interessanti video studi comparativi sempre su YouTube.

Si potrebbe pensare che, a distanza di 26 anni, il potenziale del video si sia ridotto. E invece no: l’industria della comunicazione lo riscopre (anche in virtù del lancio dell’edizione speciale del disco dei 25 anni) e lo riporta in televisione, facendolo reinterpretare a Naomi Campbell e a un branco di lucertole digitali (imbarazzate, tra l’altro, perché costrette da esigenze di produzione a ballare nude) per lo spot di SoBe Life Water, messo in onda in prime time di lusso durante il Superbowl del 2008. Risultato collaterale: altri 2,8 milioni di visioni su YouTube.

A questo punto, se la versione originale ha totalizzato diciamo un diciotto milioni di visioni, sommando solo le versioni derivate più eclatanti, arriviamo ad un totale di oltre 47 milioni per la fruizione delle versioni alternative. Un numero pesante che ci dice un sacco di cose su chi sia diventato il proprietario del content, di come le persone si approprino dei contenuti, li rifacciano, li ripropongano, e sopratutto di quanto mercato esista per la reinvenzione online.

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