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L’innovazione mancata del Censimento Usa

10 Aprile 2008

L’innovazione mancata del Censimento Usa

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Il Census Bureau aveva investito 600 milioni di dollari per l'acquisto di mezzo milione di palmari progettati ad hoc. Ma per le rilevazioni del 2010 si useranno ancora carta e matita

Mal comune nessun gaudio, in realtà. Quantomeno è interessante sapere che non siamo gli unici a incappare in straordinari infortuni tecnologici a livello statale e che anche negli avanzatissimi Stati Uniti fanno le loro belle scivolate. Nello specifico è di pochi giorni fa la notizia che, per il prossimo censimento Usa, l’uso massiccio di rilevazione a mezzo palmare è un… beh, abbiamo scherzato. Con grandi emozioni e slanci tecnologici, infatti, era stato a suo tempo lanciato un progetto per digitalizzare il processo. L’ufficio deputato al censimento (il Census Bureau) aveva gettato contro il problema 600 milioni di dollari per l’acquisto di oltre mezzo milione di handheld. Device che, assegnati ai rilevatori, avrebbero dovuto rendere più facile, efficiente (eccetera eccetera) il processo di raccolta dati.

Adesso, durante una audizione di fronte alla sottocommissione del Congresso, il Segretario del Commercio ha ammesso che il progetto ha subito dei significativi problemi in termini di timing, di performance e di tempi. A quanto pare, il Census Bureaus non era preparato per gestire un progetto di acquisizione tecnologica di questo calibro e non ha saputo interfacciarsi correttamente col fornitore, passare le proprie specifiche (o, magari, aggiungo io, farsi aiutare a definirle). Questi apparecchietti, prodotti ad hoc, avrebbero dovuto aiutare gli addetti al censimento a rilevare i dati presso tutte quelle famiglie che non mandano il questionario per posta – stimati in un terzo dei 300 milioni di americani, un bel po’ di persone, dunque, da fare “a mano”.

Parte grossa del problema, il fatto che i rilevatori del censimento (ovviamente) sono costituiti in larga parte da lavoratori temporanei, un esercito di 600.000 addetti raccolti per l’occasione e che non hanno necessariamente una consolidata esperienza in attività analoghe. E magari non hanno nemmeno skill tecnologiche particolarmente sviluppate. Conseguenza: messi alla prova in una prova sul campo, i censori hanno incontrato serie, serissime difficoltà nell’usare gli apparecchietti acquistati; questi apparati sono risultati inoltre inadatti per gestire la trasmissione dei grossi volumi di dati da raccogliere. Una bella Waterloo (nel senso della storia vera, quella in cui Napoleone ha preso una sonora batosta).

Per di più, durante il processo di sviluppo del dispositivo (affidato alla Harris Corporation), l’inesperienza del committente ha originato (oltre 400) revisioni delle specifiche, che hanno ovviamente generato casini, ritardi e aumenti di costi. Una debacle strategica dal punto di vista dell’immagine (nella patria dell’Hi-tech, si torna a carta e matita). Una figuraccia dal punto di vista dei costi: un extra budget di 3 miliardi di dollari (in larga parte derivante dalla necessità adesso di assumere molta in gente in più per raccogliere i dati, trattarli eccetera). Un’imbarazzante performance sul piano dell’immagine. E chissà se, da loro, implementeranno delle penalizzazioni in termini di carriera per i manager che hanno gestito la questione.

I simpatici computer palmari troveranno comunque, anche se azzoppati, un loro impiego nell’anno che precede il censimento. Affidati ai rilevatori verrano usati per verificare, grazie al Gps integrato, la correttezza di tutti gli indirizzi americani, nella più grande operazione di mappatura delle residenze degli statunitensi.

Per il prossimo censimento del 2020, si vedrà.

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