Home
«Così porto in Italia la tv di Al Gore»

01 Aprile 2008

«Così porto in Italia la tv di Al Gore»

di

Fra poco più di un mese debutta la versione italiana di Current TV, il canale televisivo lanciato negli Stati Uniti dal premio Nobel. Obiettivo: democratizzare la televisione, aprendola nell'etere e in Rete ai contributi della comunità di spettatori. Ce la racconta il direttore italiano, Tommaso Tessarolo

È questione di settimane e Current TV inizierà a trasmettere anche in Italia, con un canale localizzato in lingua italiana. Dall’8 maggio questa emittente entrerà a far parte dell’offerta satellitare di Sky, nel pacchetto Mondi e Culture. A Tommaso Tessarolo, già impegnato nel progetto N3TV e autore per Apogeo di NetTV, è stato assegnato l’incarico di direttore.

Tommaso, che cos’è Current TV?

Current è un canale televisivo nato nel 2005 negli Stati Uniti, da un’idea di Al Gore, con l’obiettivo di democratizzare la televisione. Detto così potrebbe sembrare solo uno slogan, invece ci tengo a sottolineare che chi è all’interno di Current TV vive il suo impegno quotidiano proprio con questo spirito. Current adotta un metodo ben preciso per perseguire lo scopo: porta nel proprio palinsesto anche materiale prodotto da videomaker indipendenti. Per quantificare il contributo apportato alla programmazione da parte dei contenuti VC2 (Video Creati dalla Comunità di videomaker indipendenti), basti pensare che attualmente in Usa e in Gran Bretagna il 30% della programmazione proviene dagli utenti. È una televisione rivolta a un pubblico giovane, indicativamente dai 18 ai 34 anni. I temi trattati sono di informazione e di approfondimento.

Com’è organizzato il palinsesto?

Non esiste un vero e proprio palinsesto, per lo meno non nel senso classico del termine. Del resto su Current non si pensa in termini di programmi televisivi, ma di Pod: moduli di durata variabile da un minuto a 7-8 minuti, che vengono trasmessi in un flusso continuo, anche più volte durante la giornata. È un po’ come utilizzare una sorta di iPod Shuffle per video.

Credi che il pubblico italiano accoglierà favorevolmente la richiesta di coinvolgimento su cui si fonda Current?

Sono convinto che la gente parteciperà, e sarà folgorata da Current. In Italia manca del tutto una Tv del genere, che tratta temi solitamente ignorati dalla televisione generalista tradizionale. La filosofia alla base del canale sarà la stessa del modello statunitense: contenuti generati dagli utenti e creazione di una community forte attorno al sito web. Una novità rispetto al modello americano, che verrà introdotta e sperimentata qui in Italia, sarà la formula delle dirette: alcuni spazi durante le trasmissioni saranno riservati a programmi dal vivo, e gli spettatori potranno interagire in tempo reale con lo studio attraverso il sito web dell’emittente. Ritengo che otterremo dei risultati sicuramente positivi in termini di partecipazione, nonostante l’evidente differenza tra il bacino di utenti italiani e i numeri che al contrario garantisce il mercato anglofono. Una molla che sicuramente spingerà gli aspiranti videomaker a partecipare sarà la remunerazione prevista per i produttori dei contenuti mandati in onda sul canale satellitare.

La presenza online è fondamentale in questo progetto. Che cosa offrirà il sito di Current agli utenti italiani?

Il sito web, è lo strumento più importante per Current, perché è il punto di accesso principale per i videomaker indipendenti che vogliono inviare i Pod a cui hanno lavorato. Tra qualche giorno saranno disponibili le prime pagine in italiano, e l’obiettivo è naturalmente quello di offrire agli utenti una versione completamente localizzata in italiano nel più breve tempo possibile. Anche le guide per aspiranti videomaker saranno tradotte dall’inglese, per dotare il maggior numero possibile di persone degli strumenti per partecipare attivamente a Current TV. Anche chi non vuole impegnarsi nella realizzazione dei Pod può diventare parte della community online: tutti i visitatori possono lasciare sul sito videocommenti, link e altri contributi da condividere con tutta la comunità. Queste informazioni creano un flusso continuo di picks che occupa gran parte della home page: un ulteriore modo per democratizzare la distribuzione dell’informazione in stile Web 2.0.

Come consideri la tua precedente esperienza N3TV, in relazione a ciò che sei chiamato a fare ora per Current TV?

Conosco Current TV da quando è nata, e per me è sempre stata fonte di ispirazione, perché a mio parere esemplifica quello che oggi può essere un progetto vincente nel campo della WebTV. N3TV è nata come progetto sperimentale, e come tale aveva l’obiettivo di dimostrare le ricche possibilità offerte dalla Rete per la distribuzione di contenuti video. Sono stati sviluppati contenuti ad-hoc, di durata adatta alla fruizione online. Sono stati scelti argomenti di vario genere, cercando di produrre anche contenuti di nicchia, che su altri canali non avrebbero avuto spazio. Abbiamo anche sperimentato la trasmissione di programmi in diretta, con l’interazione del pubblico. I riscontri sono stati positivi, siamo arrivati ad avere 300.000 contatti al mese: numeri di tutto rispetto per un prodotto di lingua non anglofona, ma che non consentono di sostenere il progetto. Questa sperimentazione ci ha portato a comprendere che una televisione basata esclusivamente su Web è ancora un’idea prematura: Current TV verrà trasmessa anche in televisione, sulla “vera” televisione, e secondo me questo è ciò che la rende davvero vincente. Secondo me è il primo esempio di come si muoverà in futuro il mondo del broadcast tradizionale, per rimanere competitivo e al passo con lo sviluppo dei nuovi media.

L'autore

  • Matteo Tettamanzi
    Matteo Tettamanzi si interessa da sempre al design, al Web e all'hardware del computer che esplora in maniera creativa.

Iscriviti alla newsletter

Novità, promozioni e approfondimenti per imparare sempre qualcosa di nuovo

Gli argomenti che mi interessano:
Iscrivendomi dichiaro di aver preso visione dell’Informativa fornita ai sensi dell'art. 13 e 14 del Regolamento Europeo EU 679/2016.