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Il cellulare è la mia guida

25 Ottobre 2007

Il cellulare è la mia guida

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Ricercatori tedeschi stanno lavorando per trasformare il nostro telefonino in un coach che ci rassicuri e ci motivi. E che ci faccia raggiungere i nostri obiettivi.

Mentre c’è qualcuno che crede che il telefono del domani debba restare un sistema chiuso, anzi blindato – pena la trasformazione in un costoso fermacarte, la maggior parte delle aziende lavora secondo un modello per il quale il terminale telefonico deve restare ragionevolmente aperto, e il telefono trasformarsi in un compagno di viaggio indispensabile per cento occasioni e momenti della vita.

Ne abbiamo già parlato, il telefono come supporto per la dieta, il telefono come sostitutivo della chirurgia estetica al seno. Il telefono come unico macromega device che contiene tutti gli altri. Con il problema che il cellulare rischia di diventare grosso, pesante e ingombrante come un notebook, per poter fare tutto quello che oggi già fa un notebook. Sorvoliamo quindi sul dilemma “andremo in giro con un device solo / andremo in giro con 20 device specializzati” e concentriamoci su una delle ultime novità in arrivo: il telefonino come coach.

O forse più correttamente, come “motivatore”. Come un amico che ti incoraggia a raggiungere obiettivi, a mantenere le tue promesse. Che al mattino ti sveglia con una dolce musichetta e ti ricorda che è una bellissima giornata per fare quei cinque km di corsa nel parco. L’eCoach sarebbe da bollare subito come la solita bufala se non fosse che sta venendo sviluppato da un serissimo ente tedesco chiamato Fraunhofer-Gesellschaft, uno dei network di ricerca più seri e potenti del mondo, detentore di numerosissimi brevetti, tra cui alcuni di quelli fondamentali del Mp3 (proprio su questo brevetto pare abbiano finora incassati più di 100 milioni di royalty).

Rassegnandoci quindi al fatto che ci sia della saggezza in questa follia: dobbiamo ammettere che può essere utile avere qualcuno (o qualcosa) che ci rompa le scatole, pardon, ci stimoli e ci faccia uscire dalla nostra pigrizia, ci congratuli per i risultati raggiunti, ci dia suggerimenti e consigli. Insomma ci motivi. Ricopra un ruolo psicologico di partner o di tutor e ci aiuti ad arrivare a ciò che ci siamo prefissati.

Non si tratta però di una semplice todo list con appropriati allarmi, ma di un ben più complesso sistema basato sulla psicologia comportamentale, un sistema che si adatta all’utente, che dialoga con lui, che si configura sulle sue esigenze. E che premia i risultati raggiunti non solo con belle parole ma con premi tangibili, come biglietti per il cinema.

La connessione del servizio a Internet, oltre alla sua portabilità significa poter instaurare delle comunità virtuale, accomunate dall’interesse di raggiungere gli stessi obiettivi, un po’ sullo stile degli alcoolisti anonimi; permettendo il confronto con i risultati degli altri membri della community, permettendo di condividere le esperienze, si potrà dunque attivare quel sistema di esperienza di gruppo che spesso riveste un ruolo fondamentale nel farci progredire sulla difficile strada dei chili in eccesso o delle sigarette di troppo. Venendo così informati che siamo gli unici del gruppo a non aver ancora completato la lettura del libro di Analisi 1 (se l’eCoach non basta, è ora di passare al Cepu?) o al contrario, di essere in testa alla classifica del dimagrimento.

Un Life Coach digitale; a differenza del suo equivalente umano sempre portatile, sempre presente e (ci si augura) molto più economico. La cui release sul mercato, al momento non è assolutamente chiara – potrebbe trattarsi di vapourware o di una di quelle applicazioni la cui release si trascina nel tempo. Ma sono sicuro che con un’adeguata motivazione i ricercatori del Fraunhofer-Gesellschaft lo metteranno presto sul mercato.

Riconosco che, anche se l’idea che un telefonino (o un Pda) si mettano a ficcare il naso nei miei affari mi infastidisce un po’, un aiutino per perdere quei due chiletti di troppo mi farebbe comodo. In attesa però che arrivi sul mercato il coach cellulare, una soluzione efficace l’ho trovata: il mio amico maialino che grugnisce quando apro il frigo.

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