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«Il cellulare si fa social, un affare gigantesco»

24 Aprile 2007

«Il cellulare si fa social, un affare gigantesco»

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Gli sfondi e le suonerie per i telefoni cellulari hanno un grande successo, nonostante il costo non indifferente. Che cosa succederebbe se questi contenuti fossero generati - e scambiati gratuitamente - dagli utenti? È la scommessa di Fabio Pezzotti, già fondatore di Xoom e ora di Mobango

Portare Internet sul telefonino potrebbe essere “the next big thing”. Su questa ipotesi, sostenuta con forza dai produttori ma vista ancora con sospetto dagli operatori, stanno puntando aziende di ogni dimensione, sostenute anche dall’idea che il cellulare è una perfetta estensione “social” per i servizi del Web 2.0. È questa l’idea che ha spinto anche Fabio Pezzotti, serial entrepreneur italiano, a creare Mobango, un social network pensato appunto per la condivisione di contenuti gratuiti per telefoni cellulari. Cerca cioè di mettere insieme l’immediatezza di siti come MySpace, Flickr e YouTube con il mondo della telefonia cellulare. Foto, sfondi, suonerie, video, applicazioni: i contenuti sono di ogni tipo, creati dagli utenti e liberamente scaricabili.

Fabio, ci spieghi in due parole come funziona?

Sul sito web è possibile visualizzare e condividere i contenuti come si fa solitamente sugli altri siti “2.0”. Si possono caricare i propri, e scegliere quelli che si vogliono scaricare, operazione che avviene collegandosi dal cellulare alla propria area Wap privata. Usare il web come piattaforma rende il sistema più facile da usare, oltre che più economico. La visione è che non si vive di solo cellulare, però si ha subito accesso ai propri contenuti anche da questo.

Che tipo di contenuti si trovano?

Di ogni tipo. Il caricamento dei contenuti generati dagli utenti sta crescendo molto, ora arrivano circa 1.500 file al giorno, per la maggioranza foto e video. È ovvio che in una comunità che nasce c’è molto contenuto “spurio”, anche non veramente user-generated, ma stiamo prendendo provvedimenti. Vogliamo comunque incentivare anche i produttori di contenuti “mobile” e gli sviluppatori a proporre le loro applicazioni e le loro demo. Per ora i contenuti sono tutti gratuiti, per aprire il mercato.

Che risultati hai ottenuto finora?

A oggi abbiamo 1,3 milioni di utenti registrati, e circa 500.000 visitatori unici nel mese di febbraio. Il nostro obiettivo per fine anno è di oltrepassare i quattro milioni di utenti registrati. Da una parte è difficile, ma nello stesso tempo lo riteniamo fattibile: quando si raggiunge la massa critica l’accelerazione diventa esponenziale.

Si può parlare di Web 2.0 sul cellulare?

Tutto quello che oggi puoi fare su Internet, entro breve tempo sarà disponibile anche sul cellulare: condividere, inviare e ricevere contenuti. Molto cambierà quando avremo una vera banda larga mobile, e le tariffe “flat”. Oggi chiunque ha il terrore di usare il cellulare per i dati perché non si sa mai cosa si va a pagare. Con tariffe flat sarebbe possibile davvero interagire.

Pensi che il Mobile 2.0 sia la “next big thing”?

Sì. Credo sarà una cosa gigantesca, e come al solito in Italia non ce ne siamo accorti. In America sì, perché anche se hanno perso la “generazione SMS” conoscono molto bene le dinamiche di Internet. In Asia è già una realtà. In Italia quando non sai cosa fare mandi un SMS. In Asia, con il cellulare, sono tutti collegati a comunità di vario tipo. Secondo me il Web 2.0 nella sua evoluzione mobile sarà dirompente, a condizione di avere reti 3G e tariffe flat.

Quali sono le fonti di fatturato del sito?

Il modello è quello dei media: vendiamo pubblicità, sia sul web sia sul cellulare, e pensiamo che quest’ultimo offrirà più opportunità del web. Oggi vendiamo pubblicità sul telefonino con meccanismi tipo AdSense di Google ma con tariffe cinque volte superiore alle tariffe Internet, e cresciamo del 40% mese su mese. Un esempio di questo servizio è Admob. Ma si vocifera che anche Google lancerà la sua proposta in questo settore. Inoltre pensiamo ci siano ottime possibilità per diventare un canale distributivo per gli operatori professionali.

Pensi che sia una prospettiva realistica?

Il business delle suonerie a pagamento è ormai maturo, e altri operatori dei contenuti mobili spingono per aprire il mercato. Le grandi Internet company, come Google o Yahoo!, spingono per usare i servizi dal cellulare (Yahoo! ha rilasciato da poco la nuova versione mobile, ndr). La prospettiva cambia oltreoceano: in Italia il valore del mercato pubblicitario è quello che è, mentre in USA è molto più alto. Per questo molti si stanno muovendo verso la pubblicità sul cellulare.

Prevedi un meccanismo di retribuzione per gli utenti, come YouTube?

A brevissimo no, ma in futuro per gli utenti che contribuiscono con contenuti di valore penso di sì. Penso che la strada sia condividere.

Problemi e prospettive?

La parte più difficile è legata alle problematiche di compatibilità delle piattaforme mobili. Per ora ci concentriamo sulla parte web, ma stiamo sviluppando una migliore integrazione con i cellulari, come l’iscrizione diretta. In futuro daremo sempre più la possibilità di personalizzare la propria start page mobile agli utenti, e in prospettiva si può immaginare che sarà possibile anche creare blog e pagine personali.

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