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Il disco di platino dei monaci buddisti

03 Ottobre 2006

Il disco di platino dei monaci buddisti

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Grazie anche alla forza della Rete, un Cd prodotto dai monaci buddisti arriva ai vertici delle classifiche in Spagna e in Italia. Mentre sul Pc gira una ruota di preghiera…

Il mondo discografico, lo sappiamo, è dominato da interessi commerciali tanto forti e spietati da rendere praticamente impossibile l’emergere di qualsiasi proposta alternativa e valorialmente ricca. O forse no, quantomeno è possibile si verifichino delle eccezioni. Come dimostrato dall’inatteso successo del Cd Monjes Budistas Sakya Tashi Ling.

La storia in due righe

Prendiamola un po’ alla lontana… esiste sulle colline della Catalogna una vecchia e bellissima villa, fatta costruire nel 1890 da un tal Pere Doménech che era emigrato a Cuba e ne era ritornato ricco. E che, viste le spese per la lussuosa magione, credo ritornò rapidamente povero. Più di 10 anni fa, in quella casa molto particolare inerpicata sulle alture tra Barcellona e Sitges ci si è stabilita una colonia di monaci buddisti autoctoni, che ha fondato il proprio monastero, oggi uno dei più importanti di Spagna. Se ci passate, consiglio la visita: il posto è straordinario, la villa trasformata in un museo è interessantissima e i monaci persone molto piacevoli, senza contare che si mangia anche bene (tutto ovviamente vegetariano) e che si tratta di uno di quei posti in cui ci si rilassa più che mai velocemente.

Qualche anno dopo nasce, all’interno del ricco panorama delle loro attività, un’idea: produrre un Cd. Provare a usare la musica commerciale per dare felicità ed energia positiva al mondo (nella loro vita quotidiana, comunque, i monaci restano strettissimamente ortodossi e il pop resta ben lontano dai rituali giornalieri…). E così è nato il disco, un piacevole mix di soft pop/chillout mixato con i mantra cantati dai monaci, estrapolati da una registrazione live di 10 ore effettuata al monastero. «Per la produzione di questo Cd, noi monaci abbiamo registrato le nostre voci nel monastero, durante una lunga notte d’aprile. Ci siamo preparati facendo meditazioni speciali, controllando le nostre motivazioni, le nostre voci e le nostre menti. Prima della registrazione di ogni mantra ci siamo fermati un istante per ricordarci l’importanza dell’attività che stavamo realizzando, cercando di far sì che la nostra intenzione entrasse anche registrata nell’hard disk del computer. Il risultato fu una notte indimenticabile di condivisione, creazione, divertimento e incisione. Successivamente il lavoro di accompagnamenti e preparazione e missaggio musicale sono stati realizzati nei rispettivi studi, cercando di mantenere la massima autenticità e diligenza». Se volete approfondire, date una lettura a questo articolo pubblicato da La Stampa.

Passaparola digitale

Prodotto e distribuito in Spagna (senza troppe illusioni), il progetto è scoppiato in un attimo. In pochissimo tempo sono state raggiunte le 180.000 copie, lasciando stupiti tutti quanti nell’affermarsi come uno dei progetti discografici più importanti in terra spagnola nell’ultimo anno. Dalla Spagna al mondo, e il disco è stato distribuito in quasi tutta Europa, ha fatto i suoi bei numeri in Italia (nei top 21: 30.000 copie, uno sforzino ancora e diventa disco d’oro), è nei top 20 in Portogallo e Sudafrica e ora sta iniziando la difficile avventura nel mercato americano. L’operazione è stata ovviamente senza fini di lucro: con i corposi proventi derivati dalle vendite (si tratta di ben 20 centesimi a copia) il braccio operativo del monastero compie opere di bene ed attività sociali.

Una piccola, bella storia di successo che pone in luce quanto la Rete abbia da dire e da dare. Il successo del disco è infatti stato possibile (anche) grazie al passaparola digitale, all’uso intelligente del web (si veda il minisito realizzato prima in Spagna e poi in Italia per il disco) e grazie all’impatto di iTunes: proprio su questa piattaforma il disco ha realizzato una parte importante delle sue vendite. Per parecchio tempo è restato al primo posto dei singoli e degli album più venduti nel negozio musicale di Apple in Spagna mentre in Italia il Cd è arrivato nella top ten di iTunes. Ovviamente le canzoni sono anche scaricabili come suoneria per il cellulare, per dare un po’ di energia positiva all’elettrosmog.

Una ruota di preghiera nel computer

Già che siamo finiti a parlare di buddismo, ne approfitto per segnalarvi un’altra faccenda interessante: avete mai pensato a mettere una ruota di preghiera nel vostro Pc? La Ruota di preghiera, nella cultura buddista, è generalmente un contenitore istoriato che al suo interno contiene varie copie scritte o stampate di mantra benefici. Si ritiene che far ruotare la ruota equivalga a pronunciare la preghiera, di qui la enorme diffusione di questi device sacro-tecnologici in tutti i paesi buddisti.

Le tecnologie hanno però aperto la strada ad altre applicazioni o incarnazioni della ruota di preghiera. In questo sito troverete infatti una serie di gif animate, Java e quant’altro per poter caricare sul vostro desktop una preghiera sempre attiva, in grado di dissipare le energie negative e di attirarci le benedizioni di Chenrezig, Bodhisattva della grande compassione

Qui bisogna vedere se uno ci crede o no: ma io nel dubbio – e visto che male non fa (e che i buddisti mi stanno simpatici) – tengo spesso aperta questa pagina web con le sue brave ruote che girano. E il solo sapere che il computer sta pregando per me mi fa già sentire un pochino meglio. Ma l’idea che mi ha veramente colpito e che più mi diverte è che in fondo basta solo scaricarsi e salvarsi sul hard disk l’immagine o le parole del mantra. Una volta registrato il mantra sulla superficie magnetica, il nostro disco fisso si trasformerà in una ruota di preghiera che gira da sola a 7.200 giri al minuto.

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