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Torino saluta la sua Olimpiade

27 Febbraio 2006

Torino saluta la sua Olimpiade

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Giornalisti e blogger, turisti e cittadini si preparano a tornare alla vita di tutti i giorni, dopo 17 giorni di festa e di gare. Il bilancio dietro le quinte

Chiude l´Olimpiade, e con lei anche quest’osservatorio improvvisato attraverso le voci non ufficiali raccolte in Rete. Che cosa hanno rappresentato per la città di Torino? È stata una bella manifestazione? È stata un´Olimpiade da ricordare? Forse è un po´ presto per dirlo. Quello che è certo e che è stata l´Olimpiade di Torino. Della città. Una città che ha saputo interpretare l´evento in modo magistrale, con qualche stonatura ma anche con moltissime note positive.

I più sorpresi ovviamente sono stati gli stessi cittadini, ben noti per la loro mancanza di entusiasmo per le novità e gelosi della loro città in profondo cambiamento. Durante l´Olimpiade questo non è stato semplicemente possibile: dopo anni di preparativi la città si è svelata iniziando con una incredibile cerimonia di apertura, mostrando i gioielli costruiti in questi anni e provando – almeno per due settimane – a essere una città al centro del Mondo, con tutto ciò che questo comporta. Dopo l´apertura dei Giochi la città si è svelata. Agli italiani, ma soprattutto ai tanti operatori professionali che in città sono comparsi ben prima dell´inizio ufficiale della manifestazione. Hanno trovato una città che si affacciava per la prima volta alla finestra del turismo internazionale. Qualcuno, ovviamente, ha avuto da ridire altri, invece, si sono trovati calati in una bellissima realtà ricca di sorprese.

Una nota la merita la NBC, che ha coperto i giochi in modo spiritoso e brillante (la nostra Rai ha molto da imparare), appassionandosi alle bellezze e alle curiosità della città. Uno studio a forma di disco volante ha occupato la piazza più prestigiosa, Piazza San Carlo, e dal suo interno sono stati mandati in onda centinaia di interventi video di Torino Today rivolti soprattutto alla platea americana. Un video blog divertente e scanzonato, animato dai giornalisti dell´emittente statunitense, ha commentato i giochi e la vita degli atleti americani, ma soprattutto le facce di una città che è stata spesso definita sorprendente. Hanno commentato gli aspetti gastronomici chiedendosi, ad esempio, quale fosse il segreto della bontà della polenta, o del Nebiolo, hanno esplorato musei e palazzi storici con un entusiasmo da giovani marmotte e hanno animato giornalmente il video blog con un mini corso di italiano assolutamente spassoso. Un esempio? Come si dice: «I would like ice cream». Semplice: «Vorrei il gelato» (Vorre-ee eel jelato).

Sempre in Torino Today, il 13 febbraio, Katie Couric ha spiegato – circondata dalla folla – che la città ha indubbiamente due nomi, uno internazionale e anglofono: Turin. E uno nazionalee gradito anche all´emittente americana: Torino. E la simpatica Katie si è lanciata nella chiusura di questo video post in un divertentissimo: «Biooongiornou Tiourinou!». Open Mike in Turin è stata, invece, la rubrica NBC più sorniona, meno entusiasta e più attenta agli errori. Il giornalista Mike Celizic, da noi sconosciuto, ma piccola celebrità in patria, si è prodigato in analisi pungenti sull´organizzazione olimpica e soprattutto sulla città. Mike non ha gradito le dimensioni della città e del distretto olimpico, a suo avviso esagerate per una città che ospita i Giochi invernali, ma ha gradito la possibilità di mangiare nei pub cittadini anche fino alle 4 di mattina. Mike ha poi chiuso uno dei suoi ultimi post con una bella dichiarazione di stima: «Turin wasn´t the perfect Winter Olympic city, but it was unfailingly friendly, the buses ran on time, the level of competition was exceptional, and no one can say it didn´t do it´s best. You can´t really ask for more than that».

Ecco, tutte queste cose per un torinese possono suonare strane. Cucine dei Pub aperte fino alle 4? Bus che passano in orario? Potevano apparire strane prima di queste Olimpiadi, in realtà: ora, dopo due notti olimpiche eccezionali, dopo giornate piene di gente in festa in giro per le strade e per i locali fino a notte tarda, dopo l´assedio festoso alle Case Olimpiche, dopo una cerimonia di apertura spettacolare e una cerimonia di chiusura malinconica, ma bellissima, dopo i tanti concerti gratuiti alla Medals Plaza, dopo un´Olimpiade bella e spumeggiante le cose potrebbero essere cambiate. Non tutti ovviamente hanno gradito una festa durata due settimane, ma sono una minoranza rispetto a quelli che invece se la sono veramente goduta. E anche se le domande sul futuro della città sono sempre state una costante del prima, del durante e immaginiamo anche del dopo, lo spirito positivo di chi ha vissuto questi giorni in mezzo ai turisti e agli atleti ha dominato, almeno nel mondo blog, con migliaia di post e di foto, di video fatti anche con i telefonini e di catene di mail divertenti e ironiche. Una tra tutte, intitolata “Ho visto cose”, di autore anonimo, merita una menzione. Contiene infatti una frase che rispecchia tutto quello che un torinese medio può aver pensato in questi giorni: «Ho visto gente parlare altre lingue, innamorarsi dei luoghi della mia città e di questo, forse, ne sono un po´ geloso perché, parafrasando Culicchia, Torino è casa mia».

Vedremo nelle giornate che seguono la festa olimpica tanti post e tanti interventi, ma soprattutto tante foto del carnevale che è stato interpretato durante la festa di chiusura. Saranno post malinconici, oppure pieni di gioia e orgoglio, saranno i post che vengono dopo un´Olimpiade raccontata e commentata da migliaia di testimoni digitali come mai era accaduto prima. La fiamma si spegne. Si riaccenderà per i Paralympic Winter Games, mentre la bandiera sarà già in viaggio verso il Canada e verso Vancouver, portando con sé un piccolo pezzo di Italia e di Torino.

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