Grazie alla magnetizzazione perpendicolare, tutti i produttori sperano di raggiungere una densità di stoccaggio pari a 1.000 Gbit per pollice quadrato. Toshiba è il primo a commercializzare un prodotto che utilizza questa nuova tecnica.
Poiché l’aumento della densità di stoccaggio degli hard disk, che ha a lungo conosciuto progressioni annuali del 100%, è in frenata e pare avvicinarsi sempre più ai suoi limiti, i produttori devono cambiare tecnologia.
Su un hard disk attuale, ogni bit d’informazione dipende dall’orientamento della magnetizzazione orizzontale di minuscole porzioni di un materiale magnetico depositato su tutta la superficie del disco. Con questa tecnologia detta “a strato magnetico continuo”, le interazioni magnetiche tra settori attigui impediscono di scendere al di sotto di una dimensione minima di 200 nm (nanometri, un miliardesimo di metro) di larghezza per spicchio (dimensione di un bit d’informazione).
Invece, l’utilizzo di supporti a magnetizzazione verticale piuttosto che orizzontale (l’orientamento della magnetizzazione è realizzato qui “verso l’alto” o “verso il basso” rispetto alla superficie del piano), permette di diminuire la dimensione delle porzioni di spazio occupate sul disco a circa 100 x 25 nm, cosa che corrisponde a una densità teorica massima di 500 Gbit per pollice quadrato (contro un limite teorico di 200 Gbit per pollice quadrato in magnetizzazione orizzontale).
Toshiba ha così annunciato di avere sviluppato un hard disk da 1,8 pollici dotato di una capacità di 40 Gb, il primo a utilizzare questa nuova tecnologia. Intanto, Fuji Electric prevede di commercializzare entro tre anni, con la medesima tecnica, hard disk in miniatura dalla capacità fino a 30 Gb. Non resta che attendere questi prodotti innovativi.
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