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Vento in poppa per il futuro di Linux, e Red Hat acquista il software server di Netscape

23 Dicembre 2004

Vento in poppa per il futuro di Linux, e Red Hat acquista il software server di Netscape

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Fino al 2008 crescita superiore al 25% l'anno secondo IDC, mentre Red Hat punta al rilascio di Netscape Enterprise Suite come pacchetto open source

Futuro a tinte rosa per il pinguino. Per chi avesse ancora dei dubbi, lo ribadisce l’ultimo rapporto dell’agenzia di analisi IDC. Da qui al 2008 il mercato Linux complessivo (desktop, server, software) aumenterà del 25,9 per cento ogni anno, fino a un valore totale di 35,8 milioni di dollari. Di questa fetta, 14 milioni arriveranno dai pacchetti software, 10 milioni dai comuni PC e 11 milioni dai server. Riguardo l’anno in chiusura, IDC fissa a 17 milioni i PC venduti con Linux preinstallato, raggiungendo così 42,6 milioni di unità in circolazione. Dati più che promettenti, a cui va aggiunta una recente notizia altrettanto stimolante: Red Hat ha acquistato da AOL-Time Warner il software server di Netscape. Obiettivo centrale dell’operazione è il rilascio della Netscape Enterprise Suite come software open source e il conseguente avvio dell’ennesima comunità di utenti-sviluppatori. La cifra sborsata supera i 20 milioni di dollari, più altri 2,5 se Red Hat guadagnerà almeno 3 milioni da un contratto già operativo con il Dipartimento della Difesa statunitense.

L’acquisizione fa parte della strategia avviata da qualche tempo dal maggior distributore Linux: una sorta di “open-source architecture” mirata ad espandere prodotti e servizi oltre il pacchetto-base, il sistema operativo di propria produzione che ha portato al successo l’azienda di Raleigh, North Carolina. La quale punta a diversificarsi tramite simili acquisizioni minori, anche grazie all’elevata disponibilità di liquido (circa 1 miliardo di dollari) dovuta all’ulteriore diffusione di azioni a inizio 2004. Come ha spiegato il Chief Executive Officer Matthew Szulik: “Siamo alla continua ricerca di situazioni piccole e dinamiche dotate di tecnologie ricche da poter integrare rapidamente nella nostra architettura open source”. Non a caso nel giro di un anno il nuovo software, che dovrebbe essere rilasciato sotto la General Public License (GPL), verrà incorporato negli attuali pacchetti, e dovrebbe consentire all’azienda di avere una “maggiore penetrazione nel mercato enterprise e governativo”.

La strategia è in diretta concorrenza con quelle di Sun Microsystems, Microsoft e Novell che già vantano affermati prodotti proprietari in questi settori. Anche se Joe Keller, uno dei vicepresidenti di Sun, avanza seri dubbi sul successo del progetto: “Stanno comprando software antico. Prima erano soliti trovare il meglio dell’open source e lanciarlo in avanti, ora acquistano il più vecchio software commerciale esistente per renderlo open source”. Posizioni che gettano maggiore confusione sulla relazione già ambivalente tra le due società: pur essendo business partner in varie situazioni, da qualche tempo Sun sta chiaramente tentando di rubare i clienti della stessa Red Hat, mentre quest’ultima accusa Sun di offrire scarsa assistenza tecnica a chi usa i suoi pacchetti open source. Sarà in ogni caso interessante vedere se e quali saranno gli sviluppi di questo rilancio del server Netscape, un marchio nient’affatto dimenticato e da cui sono derivato i successi open source di Mozilla e, più recentemente, Firefox. Da non dimenticare che l’acquisizione include anche un team di quasi 50 programmatori, da cui dovrebbe avviarsi una più ampia comunità di utenti e sviluppatori onde garantire il futuro del software in questione, come avvenuto mesi fa dopo l’acquisizione e il rilancio del Sistina file system. Da seguire, infine, il corso parallelo di software che già includono funzioni analoghe a quella della Netscape Directory Server, tipo il progetto OpenLDAP, anch’esso nella scuderia Red Hat.

Riguardo gli altri dati promettenti, quelli riportati all’inizio per come li ha diffusi IDC, è il caso di segnalare la sintesi ragionata dell’intero rapporto curata da Open Source Development Labs, il consorzio globale dedito specificamente alla diffusione di Linux nel mondo enterprise che dà lavoro tra gli altri a Linus Torvalds (e che ha in parte finanziato l’intera ricerca). La crescita serrata del pinguino viene prevista in ogni ambito, a partire da quello al momento più forte: l’ambito server. A tutto il 2004, prevede IDC, saranno venduti 3,3 milioni di macchine dotate di Linux come sistema operativo primario o secondario, portando la cifra totale a quasi 10 milioni, con un successivo tasso annuale di crescita vicino al 25 per cento. Nel 2008 le vendite di PC con il sistema alternativo toccheranno i 10 miliardi di dollari per circa 17 milioni di utenti. A livello mondiale la cifra dell’utenza-base arriverà a così a 42,6 milioni. E pur se ovviamente Windows continuerà a fare la parte del leone, la fetta di mercato del pinguino salirà dal 3 per cento dello scorso anno al 7 per cento del 2008.

Nel dettaglio, la penetrazione maggiore viene prevista in Europe, Medio Oriente, Africa e nell’area pacifica-asiatica, con crescite sotto la media invece in Nord e Sud America. In queste due ultime regioni nel 2008 si dovrebbe registrare meno del 4 per cento di unità vendute, e oltre il 9 per cento nelle regioni precedenti. Un quadro nettamente positivo, come conferma il comunicato diffuso da IDC: “Linux non è più un attore marginale, adesso è mainstream”.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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