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Dalle bufale ai super-blog agli osservatori, le presidenziali USA viaggiano su Internet

12 Ottobre 2004

Dalle bufale ai super-blog agli osservatori, le presidenziali USA viaggiano su Internet

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Finte e-mail, tanta ironia e informazione indipendente per un'ottica meno mainstream da qui al 2 novembre

‘George W. Bush’ ammette di aver avuto problemi con la giustizia per guida in stato di ebbrezza. Ma non solo. Confessa di essersi imboscato per evitare la leva, di praticare la corruzione politica e di aver fallito nella ‘war on terror’. Queste ed altre malefatte sono contenute nel testo di una e-mail circolata nei giorni scorsi inviata proprio dall’attuale presidente. Oppure no? Vero o falso? Già, è una bufala. Una delle tante trovate che animano il mondo online in questo clima pre-elettorale. Un clima che si fa sempre più bollente e dove non pochi ricorrono a trucchi e iniziative a sorpresa per screditare l’uno o l’altro dei due contendenti maggiori — pur se è Bush il bersaglio preferito delle cattiverie dei net-citizens.

Gli episodi simili appaiono infatti in netta crescita rispetto alle precedenti votazioni, come conferma da qualche settimana l’apposito Spam Report avviato su Silicon.com. Lo conferma la maggiore società di filtering, FrontBridge Technologies: siamo di fronte a “una vera e propria inondazione di email politicamente motivate”. E la satira impera ovviamente ben oltre lo spam-bufala. Come la notizia diffusa nei giorni scorsi da Indymedia (New York) secondo cui George W. Bush, quello vero, avrebbe usato un auricolare (o analogo sistema di comunicazione ben nascosta) per ricevere istruzioni su cosa dire nel primo dibattito con Kerry. La nota è circolata per via di una battuta di Bush (“fammi finire”) che pareva rivolta a qualcuno invisibile che lo stava interrompendo nel bel mezzo di una frase. Si tratta di “conspiracy theories”? Forse. Ma il punto è che la Rete, e i suoi variegati utenti, si esprime e partecipa assai inter-attivamente sul tutto. E per chi volesse seguire questo percorso tra il serio e il faceto verso l’appuntamento del 2 novembre, è certamente d’obbligo il sito italiano Bushkerry.com – Tutto quello che si dice sul Web delle elezioni americane.

Passando invece a cose più serie, va riportata l’iniziativa basata sull’approccio aperto e interdisciplinare, PoliticsMatters (sempre in italiano, nonostante il titolo): un blog-laboratorio-osservatorio che andrà avanti fino a dopo le presidenziali con l’intento di sottrarre l’informazione politica alla tipica contrapposizione di immagini e puro spettacolo. Il punto qui è sperimentare le nuove possibilità offerte in particolare dallo strumento-blog, su basi collaborative e indipendenti. Da segnalare in tale contesto l’interessante intervista a Rita di Leo, autrice del recente “Lo Strappo Atlantico”, la quale delinea un possibile ricaduta del dopo-novembre che deve far riflettere: “Se vincesse Kerry paradossalmente la situazione per l’Unione Europea diventerebbe più problematica, perché più volte ha espresso il suo desiderio di coinvolgere l’Europa in una politica comune… Quindi c’è la prospettiva che Kerry chieda a un’Unione Europea tornata amica e alleata di esporsi nella politica medio orientale americana. Questa è per noi europei un rischio di cui dobbiamo tenere conto.”

Ovviamente saltando alle fonti originali made in USA, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Fra le testate online va senz’altro segnalato Salon.com, con puntuali report e analisi sullo scenario in progress. Dove, a poche dalla conclusione del secondo dibattito presidenziale, si spiegava tra l’altro che John Kerry lo aveva vinto ai punti, consentendo però a “Bush di restare in piedi, senza cercare il colpo del KO… dopo il devastante rapporto di Charles Duelfer sull’inesistenza di armi di distruzione di massa in Iraq.” E ciò potrebbe bastare all’attuale presidente per mantenere il risicato vantaggio con cui era partito nella corsa elettorale. Altra fonte d’informazione indipendente da seguire è Alternet. org, dove la sezione speciale dedicata alle elezioni 2004 ospita ad esempio l’opinione dell’ex-bassista dei Nirvana, Krist Novoselic, sul fatto che la democrazie è un business che riguarda tutti noi, oppure dove vengono puntualizzati i “crimini contro natura” di Mr. Bush. Dall’Inghilterra, invece, arrivano le analisi dell’indipendente Guardian Unlimited, anch’esse sistemate in un apposito spazio sempre assai ricco e stimolante.

Importante poi il progetto di FactCheck.org, testata internet che analizza l’accuratezza della comunicazione politica in senso lato di entrambi gli schieramenti in lizza. Sponsorizzato dall’Annenberg Public Policy Center della University of Pennsylvania, il sito ha avuto un intasamento per le troppe visite all’indomani del dibattito tra Cheney ed Edwards, dopo che gli utenti si erano resi conto della piccola grande gaffe commessa dal primo: volendo segnalare questo osservatorio-web, lo ha citato come “factcheck.com”, il cui traffico è stato rigirato (con tale prontezza da sorprendere un po’ tutti) nientepopodimenoche sul sito smaccatamente anti-Bush del miliardario Geroge Soros. Comunque sia, il lavoro del team di FactCheck.org ha subito acquistato attenzione e le sue puntualizzazioni vengono regolarmente citate dai grandi media come pure dalle campagne di entrambi i candidati. Questo il punto-chiave spiegato Brooks Jackson, direttore del progetto: “è nostra responsabilità in quanto giornalisti vedere quel che viene detto e chiarirne il contesto ai lettori.”

Di certo, però quanto sopra non è che la punta dell’iceberg. E con l’approssimarsi del voto, le battute e le bufale, i confronti e le riflessioni si faranno ovunque bollenti, c’è da scommettere che lo stesso accadrà online: stay tuned!

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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