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Nuove competenze con il rendering 3d: il fotografo virtuale

10 Settembre 2004

Nuove competenze con il rendering 3d: il fotografo virtuale

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Le nuove tecnologie stanno provocando profondi cambiamenti nel mondo della produzione ed elaborazione delle immagini, e delle professioni che hanno a che fare con esse. Nel corso della mia vita ho avuto modo di usare diversi mezzi per produrre immagini, dalla matita ai pennelli, dalla fotografia e dal cinema al video, fino alla fotocamera digitale e ai programmi di ritocco fotografico

Ho sperimentato di persona il diverso modo di porsi di fronte ai vari strumenti, e cerco di sintetizzare qualche elemento chiave.

Disegno, pittura, fotografia, video analogico producono immagini “definitive”, non modificabili. Le correzioni di un disegno, le ridipinture di un quadro sono aggiunte visibili e spesso danneggiano la versione originale, invece di migliorarla. Chi produce l’immagine pensa a qualcosa di completo, che può essere solo fruito, non elaborato e trasformato. Se si vuole operare una trasformazione bisogna creare una nuova immagine, una copia, una trascrizione. Da un quadro può essere tratta un’incisione, ma si tratta di un’altra cosa.
Con le tecnologie digitali l’immagine non è qualcosa di definitivo, è un processo che comincia con la scelta di un argomento, continua con l’acquisizione di informazioni su quell’argomento, procede con l’elaborazione di quelle informazioni, produce alcuni output di vario genere: su monitor, su carta, su pellicola, come file di lettura, come file di ulteriore elaborazione.

Una fotografia impressa su pellicola e stampata su carta non è modificabile. Se nella foto c’è un elemento indesiderato non è possibile eliminarlo, quindi il momento della ripresa è fondamentale. Un’immagine digitale è modificabile. Un elemento indesiderato può essere eliminato, sfocato, scurito, camuffato. La ripresa è sempre importante, ma solo in funzione delle elaborazioni successive.

La fotocamera digitale interviene sensibilmente nel processo. Allo stato attuale queste fotocamere, anche se di alto livello, hanno una qualità ancora inferiore alle fotografie su pellicola. Però cambiano l’atteggiamento nel fare la foto, che diventa un appunto visivo, un promemoria, un insieme di informazioni da elaborare e inserire in altri contesti informativi (testi, ipertesti, video, ecc.).

Illustrazioni o fotografie?

Se passiamo ad usi professionali, quando c’è bisogno di un’immagine da pubblicare in un catalogo, in un pieghevole, in una presentazione, in un sito web, spesso ci si chiede se è preferibile una illustrazione, una fotografia, un filmato. L’illustrazione non ha bisogno di un originale, ma serve un illustratore. La fotografia ha bisogno di un soggetto e di uno scenario da riprendere. Spesso la preparazione di un set di ripresa e il costo dei modelli sono superiori a quelli di un buon illustratore.

A volte il soggetto da fotografare non esiste ancora, come accade per nuovi prodotti da immettere sul mercato, oppure non c’è un buon ambiente in cui collocarlo.
L’illustrazione può essere fantastica o fortemente stilizzata, la foto è più realistica, anche se alcune illustrazioni possono essere iper realistiche e alcune foto astratte e fantastiche.

Sala dall'alto, di Michele Ingenuo. Rendering di sala convegni con scenografie sulle pareti, schermi e poltroncine

Sala dall’alto, di Michele Ingenuo. Rendering di sala convegni con scenografie sulle pareti, schermi e poltroncine

Il fotografo virtuale

I programmi di grafica 3d attualmente disponibili, sia quelli proprietari come 3dStudio Max, che quelli open source come Blender, permettono di costruire ambienti e oggetti tridimensionali, di applicare loro sofisticate texture per simulare superfici e materiali vari, di illuminare il tutto con luci ambiente e illuminazioni dirette.

Una volta costruiti tutti gli elementi, si sceglie la posizione della camera virtuale e si fa il rendering dell’immagine, completa di colori, materie, luci, effetti.
Il grafico può costruire i suoi oggetti dal nulla, con primitive solide come parallelepipedi, cilindri, coni, oppure può importare disegni tecnici da programmi di CAD, o può fotografare oggetti esistenti e trarre rilievi vettoriali dalle foto.

Inoltre deve decidere, in base al briefing ricevuto, se deve realizzare una simulazione il più possibile vicina alla realtà, o effetti spettacolari e poco realistici.

Normalmente chi lavora con programmi di elaborazione grafica viene considerato un grafico, ma oggi il confine fra un grafico e un fotografo è molto sfumato. Se per un disegno vettoriale 2d, per un ritocco o per una illustrazione stilizzata le competenze necessarie sono prevalentemente grafiche, per un bel rendering 3d occorrono competenze fotografiche.

Quindi piuttosto che di un grafico parlerei di un fotografo virtuale, come di una nuova figura professionale che si pone a metà fra il grafico e il fotografo, e che è capace sia di riprodurre in modo fedele qualcosa di esistente, come fa un fotografo, sia di produrre con perfetta simulazione qualcosa che non esiste materialmente, come farebbe un illustratore iperrealista.

Il set virtuale

Il fotografo virtuale può sia produrre le immagini finite, sia creare strutture e set virtuali in cui altri possono inserire oggetti e ottenere i relativi rendering 3d.
Il fotografo virtuale preparerà uno studio di posa virtuale con ambiente, luci, effetti, in cui inserire l’oggetto virtuale. In tal modo un disegnatore CAD, bravissimo a fare disegni tecnici, ma non altrettanto bravo nel fare rendering di tipo fotografico, può inserire i suoi oggetti cad nel set virtuale, dar loro le texture desiderate, e fare un bel rendering fotografico.

Concerto, di Michele Ingenuo. Rendering di una sala per una cena di gala con spettacolo, con luci su americane e tavoli tondi

Concerto, di Michele Ingenuo. Rendering di una sala per una cena di gala con spettacolo, con luci su americane e tavoli tondi

Questa prassi è particolarmente utile nel caso di cataloghi, dove diversi oggetti possono essere fotografati nello stesso modo, con lo stesso angolo di ripresa e la stessa illuminazione.
In tal modo si risparmia il costo del fotografo reale e si dispone immediatamente della foto da inserire nel catalogo o nel sito.

Il sopralluogo virtuale

Prima dell’era del virtuale, quando si organizzava un convegno (in questo termine comprendo congressi, convention, workshop, seminari), era buona norma fare un sopralluogo, per vedere come era fatta la sala, dove erano le linee elettriche, come si poteva fare l’allestimento. Si prendevano le misure e gli appunti vari, poi si tornava a studio e si facevano i progetti tecnici e artistici per l’allestimento, la disposizione di tavoli e sedie, le luci, i loghi. Ci si incontrava con il cliente per mostrargli i bozzetti, e dopo la sua approvazione si procedeva. Se la sala era lontana, significava impegnare già una decina di giorni di tempo, e affrontare le spese di trasferta e di altro genere.

Sala, di Michele Ingenuo. Rendering di una sala sistemata per una convention

Sala, di Michele Ingenuo. Rendering di una sala sistemata per una convention

Con il virtuale ci si fanno mandare in e-mail le misure, si costruisce un modello della sala, lo si allestisce con il computer e si manda l’elaborazione al cliente, sempre in e-mail.
Non ci sono spese di viaggio e soggiorno, c’è grande risparmio di tempo, il cliente già in fase preliminare vede come sarà allestita la sala per il suo evento.

Il fotografo e visualizzatore virtuale deve solo saper chiedere i dati che gli servono (misure, materiali di rivestimento, colori, punti luce interni, illuminazione esterna). Possono essere molto utili foto digitali con vedute di insieme della sala, particolari delle pareti, delle tappezzerie, degli arredi.

Vantaggi e limiti

Vantaggi
La foto virtuale non ha bisogno del soggetto, per cui si possono raffigurare oggetti che non esistono ancora o non sono pronti. Disponendo dei file di lavoro, è piuttosto semplice modificare le immagini, apportare correzioni, aggiornare, sostituire oggetti ed elementi ambientali, cambiare materiali, colori, illuminazione.
Ciò significa che un grafico esperto può impostare il set virtuale, e un grafico meno esperto o un operatore di CAD può inserire gli oggetti e fare i rendering senza perdere tempo con la sistemazione degli ambienti e delle luci.

Interventi, correzioni, variazioni, si prestano a piccole modifiche o a foto per cataloghi.
È possibile lavorare a distanza, proprio perché non c’è bisogno di soggetti fisici da riprendere. I dati (misure, caratteristiche, campioni di colori e di texture) possono essere spediti al fotografo virtuale che provvederà a realizzare e a spedire il rendering.
Ne consegue una notevole riduzione di tempi e costi.

È possibile combinare in ritocco fotografico foto virtuali e riprese reali, inserendo persone, animali, food in ambienti virtuali. Se si ha l’accortezza di sistemare le luci della ripresa reale e del set virtuale nello stesso modo, si possono ottenere effetti di grande realismo.

Limiti
Il rendering 3d va bene per soggetti tecnici e industriali, meno bene per superfici organiche (tessuti drappeggiati, cuscini, imbottiture).

Il 3d funziona bene se si usano primitive ed estrusioni piuttosto semplici, come solidi geometrici, anelli, profilati, meccanismi vari.

Se le superfici sono molto irregolari ci vuole troppo tempo per costruirle, quindi svaniscono i vantaggi della rapidità di esecuzione.
A parte questi, non ci sono altri limiti.

(IMG: Accessori metallici.jpg di Michele Ingenuo. Prova di set virtuale e texture mapping per accessori metallici da inserire in un catalogo)

Hardware e software

Per fare questo lavoro basta un buon PC con uno schermo abbastanza grande per non affaticare gli occhi, un software di CAD per i disegni tecnici, un 3d per le simulazioni fotografiche, un programma di ritocco fotografico. Può essere utile una fotocamera digitale per prendere rapidi appunti e trasformarli in impianti tecnici. Naturalmente ci si può allargare fino a simulazioni in realtà virtuale che permettono di muoversi dentro gli ambienti, ma nella maggior parte dei casi disegni tecnici e simulazione statica sono più che sufficienti.

Bisogna saper usare i software, ma anche essere capaci di entrare nel progetto generale per fare simulazioni che servano allo scopo specifico. Una simulazione bella da vedersi, ma poco rispondente ai bisogni, è perfino dannosa.

La figura professionale

Competenze
Il fotografo virtuale deve avere alcune conoscenze che hanno i fotografi reali. Deve conoscere i meccanismi fondamentali della percezione visiva, sapere come si comporta una fotocamera (obiettivi, angolo di ripresa, inquadratura) e come si dispongono le luci, deve conoscere il linguaggio delle immagini (forma, equilibrio, composizione, colore, contrasto, luminosità, saturazione, ecc.), deve sapere qualcosa di comunicazione visiva per potersi inserire in progetti e prodotti di comunicazione (brochure, siti web, ecc.).

Deve saper usare un programma di CAD, uno di grafica 3d, un programma di fotoritocco.
Soprattutto deve saper valutare in modo corretto i problemi da visualizzare e le informazioni che servono a monte per poter fare un rendering utile e con l’efficacia desiderata.
Queste competenze possono aggiungersi a quelle di chi già lavora in azienda con il CAD o con la grafica, o possono costituire una figura professionale autonoma, che può operare come dipendente o come free lance.

Con la potenza dei moderni notebook, il fotografo virtuale può anche lavorare in giro, recandosi presso il cliente con il Pc e i software che gli occorrono.

Mercato
Per chi può lavorare un professionista del genere?
Per tutta l’industria manifatturiera (oggetti in metallo, vetro, plastica). Può produrre immagini per siti Web, cataloghi, pubblicità, fiere.

Per sedi congressuali, turistico/alberghiere, di formazione. Può simulare la sala con la disposizione del pubblico, del palco, delle luci, dell’allestimento. In prospettiva le sedi possono alimentare un data base a cui attingere per fare sopralluoghi virtuali in ogni parte del mondo.
Per organizzatori di eventi speciali, che possono mostrare al cliente il layout dell’evento quasi come se fosse già stato fatto: concerti in piazza, sfilate, convention.
Per produttori di siti Web, che hanno bisogno di immagini leggere e veloci per aggiornare il sito.

Il Web porta a considerare l’attività in rete, con possibilità di condivisione di file, di primitive, di oggetti, di set virtuali. Già esistono comunità in cui ci si scambia le proprie realizzazioni. Ciò significa che se ho bisogno di una sedia e la trovo nel data base della comunità, me la scarico e poi metterò qualcosa di mio in cambio, nella logica del peer to peer.

Blender.org è una comunità di questo genere, dove fra l’altro si può scaricare Blender, il software gratuito per modellazione tridimensionale. È un software open source che viene continuamente aggiornato e che funziona benissimo.
Fra i software gratuiti e open source, Gimp è un ottimo programma di grafica bitmap, e Inkscape di grafica vettoriale.

Formazione
Un professionista del genere può essere formato a distanza, poiché molte competenze sono informatiche.

Per la simulazione di sale si può fare qualche sopralluogo reale, per far comprendere all’allievo quali sono i dati “sensibili” della sala e come vanno visualizzati nei disegni tecnici e nelle simulazioni.

Con poche lezioni condotte da esperti che già fanno questo tipo di lavoro ci si mette in condizione di elaborare set virtuali preesistenti modificandoli. Per diventare totalmente autonomi ovviamente ci vuole un po’ più di tempo e di impegno.

Un professionista del campo: Michele Ingenuo

A Disneyland di Parigi Michele Ingenuo, assistente di produzione del settore convention, realizza simulazioni virtuali su richiesta dei clienti. Ho avuto modo di conoscerlo e di apprezzare il suo lavoro qualche anno fa, quando ho fatto una convention per un istituto bancario italiano, nelle sale della Disney.

Michele si definisce un “visionario-fotografo” o “fotografo del futuro”, perché con l’uso delle nuove tecnologie visualizza idee e progetti suoi o del cliente con immagini quasi fotografiche, molto simili a quello che sarà il prodotto finito.

Michele lavora a Disneyland Resort Paris dal 1997, e realizza disegni e immagini delle future convention nei due centri congressi New York e Newport Bay, con le idee del cliente combinate con quelle degli altri servizi tecnici. Il cliente sceglie una delle sale, o comunica le sue esigenze, e Michele insieme con l’ufficio marketing gli suggerisce la sala e la sistemazione più adatta. Nella memoria del suo computer risiedono tutti i dati tecnici delle sale, misure, piante e sezioni in formato Cad.

Con il Cad si fanno disegni tecnici e studi di fattibilità per vedere se negli spazi stabiliti si può far entrare correttamente e secondo le norme di sicurezza tutte le persone ed il materiale tecnico richiesti dal cliente.

Partendo da questi disegni si fanno visualizzazioni tridimensionali che simulano vedute reali della sala e mostrano il progetto creativo, o evidenziano problemi tecnici. Per esempio, che cosa vedrà uno spettatore seduto nel punto X se si vuol mettere al centro della sala una struttura alta 4 metri e larga 3? Vedrà la scena? Le luci andranno a disturbare le proiezioni?
L’effetto è quello desiderato dall’art director e dal cliente?

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