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Linux tira forte, grazie anche a Novell e HP

29 Marzo 2004

Linux tira forte, grazie anche a Novell e HP

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Grosse spinte per il pinguino sulla base di recenti accordi e iniziative -- alla conquista dell'Asia e del desktop

Prosegue la penetrazione trasversale del sistema open source. Le notizie più recenti lo danno in forte ascesa nientepopodimenoche in ambito desktop, tradizionale regno di Microsoft. La quale si vede altresì minacciata nei paesi asiatici, dove s’affaccia con forza Hewlett-Packard per lanciare macchine Linux-based in partnership con Turbolinux. Analogo scenario nell’imprenditoria di ogni ordine e grado, grazie a precisi accordi tra la stessa HP e la spumeggiante Novell, tutta concentrata nella manifestazione annuale BrainShare.

Un paio di settimana fa Hewlett-Packard ha annunciato il lancio di proprie macchine con il pinguino pre-installato in 12 paesi asiatici: Cina, Hong Kong, Giappone, India, Indonesia, Corea del Sud, Malesia, Filippine, Singapore, Taiwan, Tailandia e Vietnam. L’operazione avviene in partnership con Turbolinux, già alquanto noto in tali paesi, che installerà la distribuzione Turbolinux 10 Desktop e si occuperà della distribuzione in loco. La mossa punta a un target ristretto, offrendo macchine e programmi per prestazioni specializzate: ad esempio, call center e centri di assistenza tecnica, i quali necessitano solo software per-mail e database. È vero comunque che l’iniziativa del maggior produttore di PC mondiale si pone in diretta minaccia al gigante di Redmond, con il quale peraltro HP lavora da tempo. E aggiunge nervosismo alle inquietudini di Microsoft dovute alle posizioni governative poco amichevoli in paesi quali Giappone, Corea del Sud e Cina, preoccupati per via dell’eccessiva dipendenza da Windows.

L’operazione viene ora affiancata da una manovra analoga, avviata in USA ma avendo in mente il mercato globale. Grazie a un accordo con Novell, da qualche tempo tornata al grande amore per il pinguino, con obiettivo principale ancora l’ambiente desktop. La partnership amplia il progetto precedente che vedeva l’uso di SuSE Linux (recentemente acquisita da Novell) sui server di grandi dimensioni prodotti da HP. Anche in questo caso, si punta — almeno per ora — soprattutto a coprire quei business che devono usare soltanto pochi applicativi, e necessitano quindi di macchine poco potenti in combinazione con sistemi leggeri e flessibili. E che vogliono un’alternativa a Windows. Proprio questo il punto cruciale, perchè simili incursioni minacciano Microsoft proprio nel suo regno privilegiato, il desktop, dove altresì Linux sembra ancora alle prime armi, almeno a detta di alcuni esperti.

Neppure va dimenticato che, a conferma del forte impegno con il sistema open source, HP già commercializza due modelli desktop (dx2000 e cd5000) che girano, a scelta, su Windows oppure su Mandrake Linux. E ciò nonostante recentemente anche HP sia stata coinvolta nella saga legale avviata un anno addietro da SCO Group — rientrerebbe tra l’elenco di aziende che distribuiscono Linux, utilizzando quindi liberamente codice Unix di (presunta) proprietà SCO.
Sembra comunque che i rapporti commerciali HP-Microsoft rimangano sereni. “Fa piacere a Microsoft il nostro impegno con Linux? Assolutamente no. Ma capiscono che lavoriamo anche su Linux,” spiega Martin Fink, vicepresidente della divisione Linux per Hewlett-Packard. “Abbiamo già lavorato su Linux nello spazio desktop, perciò non credo esistano grossi problemi con Microsoft”.

Da parte sua, Novell non fa che rinvigorire le scelte pro-Linux degli ultimi tempi. L’acquisto della distribuzione tedesca SuSE a gennaio per 210 milioni di dollari e quello precedente di Ximian, azienda leader per il desktop basato su Gnome, l’hanno trasformata in punta di diamante per il pianeta open source. D’altronde non è un mistero che Novell considera Linux un “desktop completo” e perciò lo ‘tira’ come una vera e propria sfida contro Microsoft. “Crediamo che nei prossimi 12 mesi assisteremo ad una diffusa adozione di Linux sul desktop,” ha affermato convinto Chris Stone, vice-chairman Novell, nel corso della ventesima edizione di BrainShare in quel di Salt Lake City. Evento che, tra gli altri, ha visto l’intervento di Linus Torvalds in persona. Mentre lo slogan-base della manifestazione (“Novell is back”) riflette chiaramente le speranze di un nuovo boom basato su Linux e sul software open source.

In risposta alla crisi delle piattaforme proprietarie, il noto NetWare ha infatti iniziato a inglobare software aperti. Sostanzialmente persa la battaglia nei sistemi operativi di rete, la versione 6.5 dello scorso anno di NetWare punta così ad offrire soluzioni alternative ed elastiche per un mercato aziendale in continua evoluzione. Analogo target ha avuto il lancio di Nterprise Linux Services, pacchetto integrato che ha portato su Linux alcuni fra i maggiori servizi di rete già presenti in NetWare. Nel complesso si tratta di una strategia “mista”, nel senso che di pari passo al gran lavoro su Linux, Novell non ha alcuna intenzione di ripudiare il software closed source. Lo ha ribadito lo stesso Stone intervenendo dal palco di BrainShare: “Il software proprietario e quello open source possono e devono convivere pacificamente…e proprio questa è la strada che abbiamo intenzione di seguire”.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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