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Condanna Microsoft: negli Usa la prendono male

27 Marzo 2004

Condanna Microsoft: negli Usa la prendono male

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La salatissima multa comminata dall'Unione Europea al gigante di Redmond per abuso di posizione dominante non è stata digerita dal Dipartimento della Giustizia americano. Levata di scudi anche da parte dei leader del Partito repubblicano. Gioisce, invece, RealNetworks

Il Dipartimento della Giustizia americano ha fortemente criticato la decisione di Bruxelles di infliggere la storica ammenda di 497,2 milioni di euro a Microsoft. In precedenza erano stati i leader del Partito repubblicano a scagliarsi contro la Commissione Europea, intravedendo nella draconiana misura adottata, l’inizio di una nuova guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa.

Il responsabile della Concorrenza del Dipartimento della Giustizia Usa, Hewitt Pate – secondo il quale si tratta della più alta sanzione mai comminata per una questione legata all’antitrust – ha definito la decisione presa da Bruxelles “deplorevole”. In un comunicato diffuso ieri, ha sottolineato che “una politica della concorrenza sana deve evitare di bloccare l’innovazione”. Non la pensano allo stesso modo i dirigenti di RealNetworks, secondo i quali “questa decisione è d’importanza vitale, perché la Commissione ha stabilito che la strategia di Microsoft di integrare Windows Media Player nel suo sistema operativo è illegale”.

RealNetworks è la software house che produce Real Player, fino a pochi anni fa leader assoluto dei lettori multimediali. Ma il suo software è in caduta libera da quando Microsoft ha deciso di integrare Windows Media Player in Windows XP. Com’è ovvio comprendere, gli utenti che comprando un Pc e si ritrovano un lettore multimediale già installato sul proprio computer, difficilmente decideranno di installare un altro software analogo. In linea di massima, in definitiva, Microsoft può decidere di mandare fuori mercato qualsiasi prodotto integrandone uno analogo nel proprio sistema operativo.

Esattamente quello che era successo durante la cosiddetta “guerra dei browser”, iniziata proprio nel momento in cui la casa di Redmond aveva deciso di integrare Internet Explorer in Windows per “fare fuori” Netscape. Manovra riuscita pienamente dal punto di vista commerciale, ma che aveva portato Microsoft in tribunale con le stesse accuse di oggi. Negli Usa, dopo una prima condanna, l’azienda di Bill Gates era riuscita a tirarsi fuori da una situazione difficile (anche grazie allo scarso interesse del governo Bush nei confronti delle cause antitrust); così non è stato nel Vecchio Continente.

Secondo alcuni leader del Partito repubblicano non si tratterebbe di una misura contro le pratiche commerciali dell’azienda di Redmond, ma di un attacco all’America. Pensiero ben rappresentato nella dichiarazione di Bill Frist, secondo il quale “Stati Uniti e UE si stanno ormai dirigendo verso una nuova guerra commerciale. Le misure prese contro Microsoft sono solo il primo passo di questa guerra”. Per la cronaca, la Commissione Europea non ha solamente condannato Microsoft a pagare la mega multa di quasi 500 milioni di euro, ma ha dato alla casa di Redmond novanta giorni di tempo per immettere sul mercato europeo una versione di Windows “alleggerita” di Windows Media Player. Microsoft, ovviamente, ha già comunicato che ricorrerà in appello.

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