Nelle scorse settimane, la major discografica EMI Record Music ha intentato una causa contro Bertelsmann AG. Questo è avvenuto perché Bertelsmann nel 2000 aveva effettuato alcuni investimenti in Napster, permettendo così al servizio di peer-to-peer di funzionare per un altro anno e dunque agli utenti di scaricare illegalmente la musica protetta da copyright.
Tra le richieste di EMI, si può vedere la pretesa che Bertelsmann paghi 150 mila dollari per ogni canzone illegalmente scaricata dalla Rete.
Questa non è la prima azione legale che colpisce il gruppo Bertelsmann. Infatti, processi analoghi sono già state intentati da un gruppo di autori indipendenti e da alcune case discografiche indipendenti, che chiedevano un risarcimento di 17 miliardi di dollari. A questo ha fatto seguito una causa identica intentata di Universal Music.
La major aveva investito nel 2000 circa 90 milioni di dollari nel gruppo di file-sharing, come tentativo di creare un servizio legale di musica online. Il progetto in seguito era naufragato, e un medesimo tentativo è stato recentemente riproposto dal gruppo Roxio, che aveva anche acquisito il marchio PressPlay, il quale aveva accordi con le major discografiche.