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ICANN contro Department of Commerce: i retroscena di un negoziato

30 Settembre 2002

ICANN contro Department of Commerce: i retroscena di un negoziato

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Con qualche giorno d'anticipo sul calendario previsto, il MoU (Memorandum of Understanding), che lega l'ICANN al Dipartimento del Commercio americano, è stato rinnovato per la terza volta e per un altro anno ancora. Che potrebbe, però, anche essere l'ultimo

Il contratto con il Department of Commerce americano è l’unica fonte di legittimità dell’ICANN, un organismo che non è riuscito, fino ad oggi, a costruirsi un consenso favorevole all’interno della comunità Internet. Anche se le responsabilità non sono tutte degli uomini che compongono l’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers.

Il governo americano si era impegnato, nel 1998, a co-governare Internet (e in particolare il sistema dei nomi di dominio) insieme all’ICANN, fino a quando questo non fosse stato in grado di funzionare autonomamente. Una situazione, in fondo, abbastanza chiara, che ha, però, aspetti paradossali, perché la co-gestione impedisce, di fatto, all’ICANN di assumere una qualsiasi decisione senza l’avallo del Dipartimento del Commercio, che resta l’autorità designata ad assumere iniziative importanti come l’introduzione di nuove estensioni (ad esempio “.biz”, “.info”, eccetera) o l’assegnazione di quelle che esistono già ad altre entità, com’è successo nel 2001 per le estensioni “.jp” (Giappone) e “.au” (Australia). Per quanto riguarda la prova che l’ICANN dovrebbe dare circa la sua capacità di operare in autonomia, il governo americano, dal 1998, si è sempre ben guardato dal fissare criteri di valutazione precisi; in mancanza dei quali, è ovvio, ogni giudizio è possibile, seppur arbitrario.

L’autonomia dell’ICANN, quindi, non verrà riconosciuta fino a quando il governo Usa non lo vorrà e questo non succederà certamente in tempi brevi. O forse non avverrà mai. Rinunciando al suo ruolo di co-gestore del governo di Internet Washington si priverebbe, infatti, di uno strumento di potere molto forte.

L’ICANN, dal canto suo, non gode di una buona immagine all’interno della comunità Internet ed è sempre più contestato per la capacità di rendere oscure e inaccessibili procedure che dovrebbero, invece, essere trasparenti e aperte. Ma, soprattutto, gli viene rimproverato di essere, nei fatti, un paravento degli interessi economici americani.

Una finta riforma

L’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers ha avviato, nella primavera del 2002, un processo di riforma che, muovendo i passi da una diagnosi corretta, sembra avviato verso delle soluzioni che non fanno che rafforzare il potere di una piccola oligarchia di specialisti dediti alla tutela di interessi precisi. Di fronte a questa situazione molte iniziative sono state messe in campo. La più interessante sembra quella dell’International Telecommunication Union, che ha lo svantaggio di avere un passato caratterizzato da duri conflitti con il mondo Internet, ma che ha anche la prerogativa, non disprezzabile, di essere composta interamente da esponenti del settore privato. Una Internet governata dall’ITU sfuggirebbe, inoltre, di fatto, alla tutela di Washington.

Questa soluzione risolverebbe tutta una serie di problemi, ma difficilmente si concretizzerà, vista la netta opposizione del governo americano. I tempi, quanto meno, saranno lunghi e l’ITU si è attrezzato di conseguenza alleandosi con l’UNESCO e lanciando le basi di un vertice mondiale sulla società dell’informazione, che si terrà in prima istanza a Ginevra nel dicembre del 2003 e successivamente a Tunisi nel 2005.

I rischi di Golpe

Per il terzo anno consecutivo, dunque, il contratto che lega l’ICANN al governo americano è stato rinnovato, così come preannunciato da Nancy Victory, il funzionario governativo incaricato da Washington. Com’era prevedibile non vengono introdotti grandi novità e si cerca solo di porre rimedio alle carenze più gravi. Inoltre, il Dipartimento del Commercio ha chiesto di ricevere con maggiore frequenza (uno al trimestre) i rapporti dell’organismo di gestione della Rete, al quale dà tre mesi di tempo per risolvere i maggiori conflitti con i gestori nazionali delle estensioni Internet.

Se in questo lasso di tempo il problema non sarà risolto, il contratto con il DoC verrà rescisso il 31 marzo 2003. Una soluzione che non dispiacerebbe ai falchi di Washington, favorevoli a una sorta di colpo di stato grazie al quale riportare l’amministrazione di Internet all’interno del Dipartimento del Commercio, sciogliendo definitivamente l’ICANN. Anche per Internet è in arrivo la Pax Americana?

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