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Sta nella comunità la forza dell’open source

30 Settembre 2002

Sta nella comunità la forza dell’open source

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Sembra accorgersene perfino Microsoft, mentre Linux Today compie 4 anni e arriva Red Hat 8.

“La forza di Linux non sta nel software libero, ma nella comunità.” Questo uno dei commenti-chiave diffusi la settimana scorsa nientepopodimenoché da Steve Ballmer, CEO di Microsoft. Stavolta l’attenzione verso il pinguino da parte del gigante del software proprietario non mira tanto a minimizzarne la portata, come accaduto in altre occasioni, quanto piuttosto a riconoscerne la presenza come rivale commerciale. Spingendo, di conseguenza, le proprie unità interne a darsi da fare per bloccarne l’ulteriore crescita. In che modo? Secondo Ballmer, “più che sulla base del valore, dobbiamo competere usando l’intelligenza. Non potendo offrire programmi a costo zero, dobbiamo giustificare la nostra posizione e i nostri prezzi.” Tradotto in termini comprensibili, significa che Microsoft metterà sotto pressione la propria comunità di programmatori professionisti onde spingerla ad applicare per quanto possibile un modello di lavoro più dinamico, aperto e collaborativo. Un modello che, manco a dirlo, rimane tuttora spina dorsale del movimento open source/software libero in generale, e dell’annessa penetrazione a macchia d’olio. Che Gates & co. abbiano mangiato la foglia? Già, dopo tutta l’acqua passata sotto i ponti, sarebbe fin troppo ovvio che tentino di imitare qualche lezione. Il punto, ieri come oggi, sta nel verificare la concreta possibilità — da parte di corporation di tale stazza oltre che basate sul ‘closed source’ — di adeguarsi a strategie operative infinitamente più agili e cooperative. Chissà chi lo sa….

Nel frattempo, va segnalato il quarto anniversario di uno dei tanti frammenti che compongono questa magmatica comunità globale. Si tratta di Linux Today, sito che rilancia tutta una serie di notizie aggiornate dal pianeta open source e dintorni. Testata importante dentro e fuori l’utenza Linux, proprio perché la forza di quest’ultimo non giace strettamente sulla produzione di software ma anche sulla tempestiva circolazione di news ad esso attinenti. Il 28 settembre del 1998 apparve sul web il primo dispaccio di Linux Today, una breve nota sul rilascio di Apache 1.3.2. “Quattro anni e 42.857 articoli dopo,” riporta una sintesi curata sul sito dal managing editor Brian Proffitt, “eccoci ancora qui a gestire questa testata d’informazione raccogliendo le notizie più interessanti che girano intorno a Linux e all’open source. Le cose sono cambiate parecchio dietro le quinte. Parecchia la gente venuta e andata via, con budget sempre più ridotti sulla scia del botto del dot-com. Ma il flusso delle news prosegue inarrestabile.” Le quali devono molto all’intervento diretto dei lettori: i contributi di questi ultimi costituiscono infatti oltre il 25 per cento di tutto il materiale che gira quotidianamente su Linux Today. Il successo complessivo viene ribadito dal livello in costante crescita delle discussioni a latere, critiche incluse. Oltre che dalla prima produzione live dello staff del sito, la conferenza denominata Enterprise Linux Forum, prevista per il 3-4 dicembre a Boston.

Intanto un pilastro di questa stessa comunità sul versante più squisitamente commerciale, la nota Red Hat, ha subito un inatteso lancio in anteprima dell’ultima versione del proprio software. Inatteso perché, con una settimana di anticipo sul rilascio ufficiale, un sito di terze parti offriva il download degli update nonché le note di rilascio del pacchetto. Chiuso rapidamente quel sito, l’azienda non sembra essere particolarmente preoccupata: “È inevitabile che ci sia una certa la fuga di materiali,” taglia corto un portavoce di Red Hat. La cui versione 8, ribattezzata “Psyche,” contiene nello specifico una nuova installazione “personal desktop” mirata all’utenza mainstream. Le due incluse nella precedente release 7.3 (“workstation” e “server”) puntavano dichiaratamente solo agli utenti più scafati, programmatori o system administrator. Altre funzioni importanti incluse nel nuovo pacchetto sono OpenOffice, la risposta dell’open source al popolare Microsoft Office; Evolution, software per e-mail e calendario di Ximian; e Bluecurve, il nuovo interfaccia desktop derivante dalla personalizzazione di quelli più tradizionali di KDE o Gnome. C’è Mozilla come browser (ma non più Netscape) mentre è stato eliminato il software audio per l’ascolto di file MP3 a causa di problemi legati alle licenze degli annessi brevetti. Come sempre Red Hat 8 sarà disponibile per il download gratuito, mentre la versione-base con CD, manuali e servizio d’assistenza costa 39.95, decisamente in ribasso rispetto ai 59.95 della release 7.3. Ridotto anche il prezzo della versione high-end, ricca di ulteriori programmi e assistenza più ampia: 149.95 dollari contro i 199.95 della precedente.

Sul fronte dei supercomputer da segnalare un grosso balzo in avanti per Linux. Il Los Alamos National Laboratory (New Mexico) sta per acquistare un nuovo modello basato su 2,048 processori con il sistema open source, per una spesa complessiva di 6 milioni di dollari. Su questo supercomputer girerà il software per la simulazione di armi nucleari. Importanti infine i continui sforzi di IBM nella diffusione di Linux in ambito imprenditoriale. Recentemente Big Blue è infatti riuscita a “piazzare” migliaia di sistemi basati sul pinguino per biglietteria high-tech a due grossi gruppi del settore. Negli USA, la Regal Entertainment Group, che gestisce centinaia di teatri, inizierà ad utilizzare i nuovi sistemi a partire da fine anno in 2.700 botteghini, per arrivare a 3.500 nel 2003. Invece in Brasile, Casas Bahia prevede di installarne 1.500 in circa 320 strutture della propria catena.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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