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LinuxWorld: tra i top dell’industria, c’è perfino Microsoft!

05 Agosto 2002

LinuxWorld: tra i top dell’industria, c’è perfino Microsoft!

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Già proprio così... ma intanto Hollywood e governo USA vorrebbero bloccare anche il peer-to-peer.

Si avvicina ferragosto ed ecco pronto un altro importante evento per il mondo Linux/open source. Dal 13 al 15 agosto si svolgerà a San Francisco la LinuxWorld Conference & Expo. Appuntamento annuale che, seppur meno attivista e giocoso delle prime edizioni, rimane comunque centrale grazie alla presenza di quel variegato panorama umano composto da esperti e dirigenti, visionari e appassionati che costituiscono il cuore pulsante dell’intero settore. Stavolta tra i ‘keynote address’ troviamo nomi di spicco quali Larry Ellison (Oracle Corporation), Scott McNealy (Sun Microsystems), Sergey Brin (Google), Douglas Elix (IBM Global Services). Né meno interessanti si preannunciano gli interventi di Chris DiBona con aggiornamenti su Open Source Development Network e il Case Study che abbraccia Red Hat e Amazon sotto il titolo “Linux: The Foundation for the Enterprise.” Ma prima ancora vale la pena di segnalare un’iniziativa di ‘cyberprotesta’ contro l’introduzione dell’ennesimo disegno di legge a protezione del copyright che stavolta mira a colpire una pratica sempre più diffusa, il libero scambio di file peer-to-peer (P2P).

La scorsa settimana una serie di attacchi tipo ‘denial-of-service’ ha messo ripetutamente KO il sito della Recording Industry Association (RIAA). Senza comportare alcuna intrusione o danni allo stesso sito, questo ha subito l’overload di traffico per le migliaia di accessi simultanei, rimanendo così inutilizzabile per svariate ore lungo l’arco di quattro giorni consecutivi. La protesta si è materializzata il giorno successivo al pubblico appoggio dato dalla RIAA alla recente proposta legislativa che consentirebbe ai detentori di copyright di bloccare l’opera dei network P2P. Nello specifico il testo del deputato democratico californiano Howard Berman prevede di “bloccare, depistare o comunque isolare un network di file-trading peer-to-peer di pubblico accesso.” Pur senza specificare per ora le tecnologie ad hoc, secondo Berman si permetterebbe così “ai detentori del copyright, in circostanze limitate, di utilizzare strumenti adatti per impedire la pirateria P2P in piena legalità.” La proposta fa parte sostanzialmente del pacchetto ‘anti-piracy’ voluto da Hollywood ed ha già ricevuto aspre critiche da parte di studiosi ed esperti. Tra questi, Mark Lemley docente di legge sulla proprietà intellettuale presso la University of California di Berkeley: “Questa proposta è in incubo. Sono sorpreso dal fatto che dopo l’11 settembre i deputati siano disposti a sacrificare la sicurezza informatica del paese pur di offrire a Hollywood l’ennesimo strumento contro la pirateria in un arsenale già formidabile.”

Importante elemento di contraddizione quest’ultimo, poiché il testo si porrebbe anche come risposta alle pressioni governative per una maggiore sicurezza di internet rispetto allo spauracchio del cyber-terrorismo. Non a caso nei giorni scorsi dalla Casa Bianca sono giunte precise indicazioni secondo cui software house e industria high-tech non farebbero abbastanza per proteggere adeguatamente prodotti e servizi da ogni tipo di attacchi. Sotto accusa sarebbe dunque la vulnerabilità di internet nel suo complesso, occorrerebbe perciò limitare drasticamente le attività più meno aperte e/o incontrollate di hacker e appassionati. Da notare però come, al pari di analoghe proposte pro-copyright, l’industria è tutt’altro che favorevole — mentre rimane pressoché assente la voce degli utenti. La Computer & Communications Industry Association (che include fra gli altri AOL Time Warner, Sun e Oracle) ha già fatto sapere che si opporrà decisamente al testo di Berman. Infine, rimane incerto il futuro dell’iter legislativo: il Congresso, ora in vacanza per tutto agosto, ha a disposizione soltanto cinque-sei settimane di lavori prima delle elezioni per il rinnovo. Visto lo scenario, si preannuncia insomma un autunno alquanto caldo…

Argomenti questi che troveranno ovviamente spazio anche all’interno della LinuxWorld Conference & Expo di San Francisco, pur trattandosi di evento centrato su aspetti più squisitamente tecnici e business. Restando ad esempio in tema di sicurezza, va intanto segnalato il panel curato da Doc Shankar di IBM che tenterà di rispondere alla domanda: Il software open source è davvero più sicuro? mentre c’è da scommettere che Bradley Kuhn, direttore esecutivo della Free Software Foundation darà nuovamente fiato alle trombe dell’attivismo, come ha già fatto Richard Stallman nel corso della recente O’Reilly Open Source Convention di San Diego. L’apposito gruppo di lavoro dedicato al free software e al progetto GNU farà anche il punto sull’attuale stato di salute dell’intero movimento. Interessante si preannuncia anche l’incontro, moderato da Jon ‘maddog’ Hall di Linux International, mirato sulle attività della comunità Linux intorno al mondo, in particolare sulla diffusione dell’open source nei paesi non-occidentali. Quanto sopra rientra nella lunga serie dei cosiddetti “Birds of a Feather meetings”, ovvero discussioni informali, brevi sessioni di brainstoming aperte a tutti. Invece il programma più ufficiale, oltre alle relazioni introduttive accennate sopra, prevede tra l’altro: programmi di certificazione Linux gratuiti offerti da Linux Professional Institute, tutorial per ogni esigenza dei system administrator (da Samba a Perl ai cluster), update su tecnologie emergenti quali Perl, Python, PHP per il web e Next Generation Computing.

Da sottolineare infine la presenza, tra gli oltre 130 stand espositivi, di uno spazio riservato a Microsoft. Si, avete letto bene: il gigante del software proprietario parteciperà ufficialmente all’evento Linux. Come mai? O forse meglio: quale la strategia Microsoft a lungo termine per fronteggiare la minaccia del software free/open source? La risposta sta nelle speculazioni, tutt’altro che nuove, che vorrebbero Gates & co. alla conquista di una fetta più o meno consistente del mercato Linux. Ciò grazie in particolare al (possibile?) annuncio futuro della versione Linux di Microsoft Office, cosa di cui si vocifera da tempo ma senza prove concrete. Certo è che quest’eventualità incontrerebbe sicuramente molto interesse sia tra utenti che tra sviluppatori Linux, visti anche i ripetuti tentativi di questi ultimi per soluzioni soddisfacenti. È tuttavia innegabile come strategie simili, o iniziative come quella dello stand a LinuxWorld, siano considerate a dir poco pericolose dalla comunità del pinguino. Tra le varie note che circolano online al proposito, una ammonisce: “Non importa se hanno maniere amichevoli o quanti ‘regali’ possano portare, ricordiamoci di chi si tratta e come sono soliti operare.”

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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