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Car Pooling: l’informatica contro lo smog

31 Gennaio 2002

Car Pooling: l’informatica contro lo smog

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Il Car Pooling, ovvero la condivisione dell'auto tra i pendolari che ogni mattina compiono un tragitto simile, è un'abitudine consolidata in molti Paesi. Ma per condividere un'automobile è necessario organizzarsi e non sempre si tratta di un'operazione semplice. L'informatica in questi casi può rappresentare una soluzione

In questi giorni di “città chiuse per smog”, ci si è resi conto che la mobilità individuale va profondamente ripensata. Facendo riferimento ai pendolari che si recano al lavoro in auto, una statistica di Legambiente evidenzia come almeno il 50 per cento delle auto che congestionano le città nelle ore di punta ha a bordo il solo conducente e un altro 20 per cento trasporta due persone. O, se vogliamo rovesciare il punto di vista, non più del 10 per cento delle auto in circolazione in una qualsiasi città italiana, viaggia a pieno carico: vale a dire con 5 persone a bordo.

Andare al lavoro con la propria auto è indiscutibilmente comodo, ma qual è il risultato? Traffico caotico, parcheggio introvabile, alto livello di inquinamento atmosferico e acustico, stress per chi guida. E tutto ciò in condizioni “normali”. Basta il minimo imprevisto (una deviazione per lavori, un banale tamponamento) che il tutto cresce in scala esponenziale.

Quando il mezzo pubblico non si configura come una valida alternativa (è obiettivamente un mezzo di trasporto più “rigido” e non sempre adatto alle esigenze dei pendolari), il problema può essere risolto con il Car Pooling, ovvero la condivisione dell’auto tra i pendolari che ogni mattina compiono un tragitto simile perché abitano vicini e lavorano, con orari simili, nella stessa zona della città. Se solo la metà di tutti coloro che viaggiano con l’auto vuota fossero disponibili a ospitare almeno un passeggero, il traffico urbano potrebbe ridursi in un solo colpo del 25 per cento.

Il Car Pooling è già un’abitudine assai radicata in circa 250 città d’Europa (tedesche, svizzere e austriache in modo particolare) e ha dato ottimi risultati. Già, ma come organizzarsi? Nelle industrie o aziende tedesche dove almeno 300 dipendenti lavorano nello stesso luogo è obbligatoria la figura del mobility manager. Ovvero un impiegato dell’ufficio del personale che mette in contatto tutti quegli impiegati che sono vicini di casa e devono bollare la cartolina alla stessa ora.

Mentre, laddove occorre una gestione “spontanea” del Car Pooling, l’informatica può essere di grande aiuto. In pratica si tratta di ottimizzare l’uso di una serie di auto private garantendo a una serie di passeggeri, in funzione di un punto di partenza e senza tener conto del percorso, un orario di arrivo predeterminato all’indirizzo desiderato. Un gioco da ragazzi per i computer di oggi. Prima occorre raccogliere i dati: luogo e orario di partenza, luogo e orario di arrivo, sia per l’andata che per il ritorno. Poi, tramite un apposito algoritmo, è il computer che organizza i percorsi e abbina i passeggeri.

Così ogni settimana il signor Rossi sa che deve passare a prendere prima il signor Bianchi, poi il signor Verdi (che abitano a pochi isolati da lui o che sono di strada) e che fa scendere Bianchi ad un certo punto, mentre Verdi lavora nel palazzo accanto al suo ufficio. Per il ritorno Rossi e Verdi, che escono alla stessa ora, non caricano più Bianchi (fa un altro orario ed è stato abbinato ad un altro car pooler), bensì i signori Gialli e Neri. Ogni iscritto paga la sua quota in base ai chilometri e al numero di passaggi, mentre chi mette l’auto viene rimborsato.

E se c’è un imprevisto? Basta comunicare entro la mezzanotte il cambio di programma (via posta elettronica o tramite un SMS, perché no) e il computer riformulerà equipaggio e percorso, avvisando la mattina successiva (sempre via e-mail oppure sul telefonino) il signor Rossi, delle variazioni.

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