Pochi nei servizi presentati dai nostri telegiornali nazionali ci hanno raccontato come gli argentini si organizzino per manifestare contro il governo e qual è il ruolo che sta giocando Internet nella “rivolta delle pentole”.
Partiamo dal significato della protesta, da come nasce e come si svolge.
“È una forma molto primitiva di democrazia diretta e non si inquadra in nessuna organizzazione – spiega alla France Presse Felix Luna, uno dei più grandi storici argentini viventi – La paura della dittatura sta per finire e la gente ha voglia di esprimersi”.
“È un cattivo umore collettivo, una “bronca” come si dice in Argentina – continua lo storico – diretto contro le banche, contro la corruzione dei politici e contro la Corte suprema. Tutto quello che, secondo i manifestanti, ha condotto il paese alla crisi”.
Dunque, un movimento spontaneo, non irregimentato e non regolato da associazioni o gruppi, che trova proprio nella Rete il mezzo migliore per cercare di organizzarsi e darsi uno scopo preciso.
Anche perché, bisogna dirlo, il “movimento delle casseruole” non è formato dai ceti più poveri della società argentina: questi non avevano nulla prima e tantomeno hanno da perdere con il blocco dei conti correnti bancari in dollari.
Piuttosto è la rivolta del ceto medio, che ha accumulato i propri risparmi sperando in un futuro da paese occidentale e si è visto precipitare in una voragine che non trova più fine.
“È un’organizzazione della classe media superiore – spiega Felix Luna – perché non tutti hanno Internet”.
E allora, il ceto medio per organizzare il dissenso e dare informazioni sul Web inventa numerosi siti.
Tutti uniti dallo stesso nome “cacerolazo“, il pentolame (su alcuni si sente il rumore che fanno le pentole sbattendo) e su tutti passano messaggi che sanno di parole d’ordine e si creano le “cacero chat” e le “cacero email”.
I manifestanti tengono molto alla spontaneità della protesta, rifiutano qualsiasi affiliazione a partiti e movimenti e sono fieri del fatto che sia una protesta di base.
Alle manifestazioni, così come sui siti non ci sono bandiere o vessilli di partiti: solo cartelli e sbattere di pentole.
Un rumore che ha trovato eco nello sconfinato territorio della Rete, sconfinato come la Pampa.