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Videogiochi e Terrorismo

20 Settembre 2001

Videogiochi e Terrorismo

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Come cambia il mondo del divertimento elettronico dopo gli attentati negli Stati Uniti

All’indomani dei terribili eventi americani, l’industria dei videogame decide di auto-censurarsi. Numerosi titoli dai contenuti potenzialmente controversi sono stati infatti cancellati o posticipati. Tra le prime aziende a prendere provvedimenti spicca Microsoft, la quale non solo ha donato dieci milioni di dollari alla città di New York, ma ha anche deciso di modificare l’ultima versione di Flight Simulator, prevista per ottobre. Le modifiche prevedono la rimozione delle immagini del World Trade Center da Flight Simulator 2002. La prossima settimana, Microsoft distribuirà inoltre una patch che cancella parte del video introduttivo in cui è raffigurata la collisione tra un aeroplano ed un grattacielo.

La scelta di Microsoft sembra essere stata motivata anche dalla controversa giustapposizione delle immagini dell’attentato con quelle del celebre simulatore di volo da parte dell’emittente inglese Sky News. Il canale all news di Rupert Murdoch ha infatti avanzato l’ipotesi che i terroristi avrebbero usato Flight Simulator per imparare le tecniche di volo, senza tuttavia giustificare in alcun modo l’illazione. I reportage di Sky News alternavano alle immagini del videogioco quelle delle riprese televisive suggerendone de facto l’equivalenza simulacrale. I portavoce di Microsoft hanno reso noto che l’ipotesi dell’utilizzo da parte dei terroristi del popolare simulatore per fini addestrativi – avanzata anche da Bob Arnot in un articolo recentemente postato da MBSNC (“Could flight simulator software have trained four pilots to kill?“) – è improbabile, irrealistica e inappropriata. Ciononostante, secondo il quotidiano londinese The Guardian, diversi rivenditori inglesi – tra cui Virgin Megastore e Woolworth – avrebbero maturato la decisione di ritirare il gioco dagli scaffali.

Da parte sua, UbiSoft ha annunciato che posticiperà il lancio di Black Thorn, un’espansione per il popolare titolo Tom Clancy’s Rogue Spear atteso per il 9 di ottobre. Il gioco simula in modo estremamente realistico alcuni degli attentati terroristici più sanguinosi della storia. Sviluppato da Red Storm Entertainment, Black Thorn potrebbe venire modificato in alcune parti al fine di non offendere i parenti delle vittime ed esacerbare ulteriormente gli animi. Intanto, JoWooD Productions ha annunciato che la pubblicazione in Inghilterra del suo gioco di strategia, World War III: Black Gold, è stata sospesa a tempo indeterminato.

Konami, intanto, ha fatto sapere che la pubblicazione della versione americana di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty prevista per il 16 di novembre è in forse. Atteso da oltre due anni e considerato uno dei più ambiziosi video game della storia contiene infatti immagini e tematiche considerate inopportune alla luce dei recenti eventi. A rischio anche la versione Xbox di Metal Gear Solid. Un’altra azienda nipponica, Kadokawa Shoten ha confermato il posticipo del lancio di Building Tapir, un puzzle game per PlayStation2 che prevede la sistematica distruzione di palazzi e grattacieli.

Per rispetto delle vittime, Electronic Arts ha immediatamente sospeso il thriller online Majestic, incentrato su tematiche cospirative. Al momento di andare online non è stato reso noto quando il servizio verrà ripreso. Activision ha reso noto che la pubblicazione di Spiderman 2 per PlayStation è stata momentaneamente congelata. Uno dei livelli cruciali del gioco si svolge infatti in un palazzo di New York che ricorda il World Trade Center.

Meno drastica Fishtank Interactive che ha optato per eliminare dal suo nuovo prodotto Beam Breakers ogni riferimento alle Twin Towers di una New York futuristica. Il gioco, sviluppato da Similis, prevede una serie di competizioni nella metropoli americana. Simon & Schuster Interactive, invece, ha deciso di proseguire lo sviluppo di Real War, un video gioco tattico incentrato proprio su attacchi terroristici ma ambientato in località fittizie.

In dubbio anche il nuovo episodio di Duke Nukem attualmente in fase di sviluppo negli uffici di Arush Entertainment. Il violentissimo gioco è infatti ambientato a New York ed alcune sezioni si svolgono proprio nel World Trade Center. Lo stesso logo del gioco ed alcuni trailer disponibili su Internet sono stati ritirati perché contenevano immagini degli edifici abbattuti. Ritirato dai negozi americani il popolare wargame Command & Conquer: Red Alert 2, la cui confezione raffigura esplosioni sulle Torri Gemelle. Shrapnel Games, editore specializzato in simulazioni belliche, ha reso noto che fino al 10 di ottobre del 2001 donerà il 5% degli introiti derivanti dalla vendita dei loro prodotti acquistati presso il loro sito a un fondo della Croce Rossa Americana.

Inoltre, la situazione di estrema difficoltà di Wall Street ha avuto ripercussioni dirette sul settore videoludico. Tutt’altro che sorprendentemente, la giornata di lunedì 17 si è chiusa con perdite significative per l’intero comparto del divertimento elettronico. Activision Inc. (ATVI) ha perso il 5.1%, Electronic Arts Inc. (ERTS) ha perso il 9.3%, Infogrames (IFOE.PA) addirittura ha fatto registrare meno 20.4%, mentre Mad Catz Interactive Inc. (MCZ) ha perso il 24.7%. Gli analisti di mercato non sono tuttavia pessimisti sul futuro del settore videoludico. Le previsioni di crescita a medio-lungo termine restano sostanzialmente invariate.

Il lancio di Nintendo Gamecube

A tre giorni dagli attentati in America, Nintendo introdotto Gamecube sul territorio giapponese. L’attesa console è stata lanciata al prezzo di 25.000 Yen, circa 450.000 lire. Tre i giochi disponibili al lancio (contro i 25 lanciati insieme a PlayStation2):, Wave Race: Blue Storm, Luigi’s Mansion e Super Monkey Ball. I titoli sono stati introdotti al prezzo di 6.000 yen cadauno, circa 110.000 lire.

Si è trattato di un lancio decisamente sotto tono. L’isteria che tradizionalmente accompagna il lancio di nuovi prodotti ludici in Giappone è stata rimpiazzata da una surreale tranquillità. Tanto nel quartiere tecnoludico per definizione, Akihabara, quanto in quello più trendy di Shinjuku, i negozianti non hanno avuto alcun problema a soddisfare le richieste dei giocatori, tra i quali spiccavano numerosi europei e americani.

Nintendo ha distribuito ai negozi circa 450.000 Gamecube (contro un annuncio iniziale che parlava di 500,000 unità). Secondo il Nikkei, il 60-70 percento del quantitativo iniziale è stato venduto nei primi tre giorni di vendita. In altre parole, si parla di 280.000/300.000 pezzi, una performance decisamente meno impressionante di quella fatta registrare da Nintendo in occasione del lancio di Game Boy Advance, quando erano state piazzate 650.000 unità in un solo giorno o dalla stessa Sony, che aveva venduto oltre 900.000 PlayStation2 nel primo weekend dal lancio. Nintendo prevede di distribuire 1,4 milioni di console in Giappone entro la fine di dicembre e almeno 4 milioni di unità entro il 31 marzo del 2002, a cui vanno sommati 10 milioni di giochi. Il rivale numero uno di Gamecube è PlayStation2, la cui base installata ha sfondato il tetto dei quindici milioni. Il lancio americano della console Nintendo è previsto per il 18 novembre prossimo. In quella data saranno disponibili altre 700.000 unità. In Europa, Gamecube arriverà nei primi mesi del 2002, ma Nintendo non ha fornito informazioni più precise.

All’indomani del lancio, le azioni Nintendo hanno fatto segnare un marcato ribasso, anche se il risultato negativo è riconducibile più agli attentati terroristici di New York e Washington che a fattori legati al mercato videoludico. Una seconda ragione dietro al risultato tutt’altro che entusiasmante è riconducibile al momento di particolare difficoltà del mercato interno nipponico. La seconda super-potenza economica mondiale nazione si trova infatti in una fase di stagnazione. Qualora il terzo semestre si chiudesse in perdita, il Giappone entrerebbe ufficialmente in recessione.

Ma è troppo presto per parlare di “game over” del mercato videoludico.

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