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Catastrofi? Sì, grazie!

27 Febbraio 2001

Catastrofi? Sì, grazie!

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Le cattive notizie sono manna per i siti di informazione online. È quello che è emerso dalla “Interactive Newspaper Conference”, che si è svolta a Dallas dal 21 al 24 …

Le cattive notizie sono manna per i siti di informazione online. È quello che è emerso dalla “Interactive Newspaper Conference”, che si è svolta a Dallas dal 21 al 24 febbraio.

Dunque, cattive notizie e interattività con i lettori è la ricetta per riuscire nel giornalismo online.
Questo il filo conduttore della dodicesima edizione della conferenza dedicata al giornalismo su Internet, che riunisce oltre ai più importanti editori, anche i responsabili dei siti e i redattori convertiti alla Rete.

Contrariamente al resto del piccolo mondo Web, le informazioni su Internet avranno un futuro radioso, anche se sovente i giornali online non hanno sempre una linea editoriale ben definita.

In effetti, esistono due modelli di redazione: quelle collegate a un giornale cartaceo e quelle che si sono separate e che evolvono separatamente.
Nel primo caso, Internet non è considerato con un vero e proprio media, piuttosto uno spazio di pubblicazione che serve a essere visibili.

Dove tutte le redazioni (online e non) concordano è sull’impatto delle catastrofi e altre brutte notizie sul Web.
Una tragedia e i siti conoscono record di affluenza.

Il Jerusalem Post, ad esempio, ha visto le proprie statistiche passare da 7 a 17 milioni di pagine viste a seguito degli avvenimenti in Israele.

Fortunatamente, non sono solo le brutte notizie il mezzo per guadagnare nuovi lettori.
L’interattività è il secondo punto forte per differenziarsi dalla stampa tradizionale.

Soprattutto quando si chiede agli utenti di commentare un articolo e dandogli accesso a più livelli dell’informazione, dalla più sintetica alla più approfondita.

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