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Il Bill Gates pensiero sulla Net Economy

31 Gennaio 2001

Il Bill Gates pensiero sulla Net Economy

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Il Chief Software Architect di Microsoft, intervenuto ieri alla tavola rotonda organizzata dalla Confindustria, si è detto certissimo di non correre il rischio di una sconfitta nelle aule giudiziarie.

Gli ultimi guai di Microsoft, impotente di fronte ad un ripetuta serie di attacchi da parte degli hackers al punto di affidare la difesa del suo network ai giapponesi della Akamari, non sembrano aver scosso la fiducia nei confronti del gigante di Redmond e del suo Chief Software Architect, Bill Gates. Almeno non quella degli imprenditori convenuti ieri a Roma, presso la sede di Confindustria, per la tavola rotonda organizzata dalla Confederazione degli industriali attorno al tema: “Cosa resterà della Net-Economy ?”.

Sul palco, a rispondere alle domande del padrone di casa -il presidente degli industriali D’Amato- e del ministro dell’Industria Letta, c’era un Bill Gates tranquillo: sicuro della bontà del software prodotto dalla sua azienda e certissimo di non correre il rischio di una sconfitta nelle aule giudiziarie, in occasione del processo d’appello alla Microsoft previsto per la fine di febbraio.

“Il mio compito oggi – ha sottolineato Gates – è di ripetere quello che vado dicendo da 25 anni, e cioè che il futuro è ancora il Personal Computer. Lo so che Sun dice cose diverse ma noi non siamo d’accordo”. Il fondatore di Microsoft ha ribadito che la sua azienda continuerà a fare ciò che ha sempre fatto: sviluppare il software. In quale direzione ? Implementando la firma digitale, il riconoscimento vocale e la condivisione delle informazioni. “È vero – ha aggiunto – ci sono oggi molti attori sul mercato ma, anche nell’era di Internet, restano validi i principi cui ci siamo sempre ispirati: la fede nel software, la libertà e la potere dell’individuo”. “Gli sviluppi tecnologici dei prossimi 5 anni – ha proseguito Bill Gates – non avranno niente a che vedere con tutto ciò che è stato fatto negli ultimi 25. I cambiamenti saranno molto significativi.”.

Il Software Chief Architect ha indicato due priorità agli stati ed alle aziende. I primi devono intraprendere la strada dell’E-Governement: meno carta, meno burocrazia. Stiamo lavorando con il governo britannico, ha spiegato, perché nei servizi Web della pubblica amministrazione introdotti gli standard XML che renderanno più facile gli scambi dei documenti. Anche le aziende devono pensare diversamente la loro presenza sulla Rete: non più siti-vetrina dell’attività dell’imprenditore né solo e-commerce.

La terza generazione della presenza imprenditoriale on line passa attraverso la comunicazione diretta tra le aziende, la condivisione delle informazioni, l’utilizzo in rete delle applicazioni. Al software che sta alla base di questi sviluppi Microsoft sta già lavorando. Roseo, dunque, il futuro, soprattutto quello di Microsoft anche perché -ha assicurato Gates- la Corte d’Appello di Washington chiamata a decidere nelle prossime settimane sulle pratiche commerciali del gigante di Redmond, saprà fare la scelta giusta e se ci sarà assoluzione -ha fatto capire- questa non sarà dovuta ad una presunta influenza pro-Microsoft esercitata dalla nuova amministrazione repubblicana.

Un po’ meno ottimista, al meno per quanto riguarda il breve periodo, è apparso Gates sull’andamento dell’economia americana. “Parlare di recessione è troppo – ha affermato- ma è certo che il periodo di stasi sarà più lungo di quanto ci si immagina. L’entusiasmo degli ultimi tre anni è finito ed è naturale il contraccolpo di tipo psicologico che è iniziato in questi mesi. D’altra parte -ha aggiunto- un sistema basato sulla quotazione in borsa di aziende finanziate esclusivamente dal venture-capital e con i bilanci in rosso non poteva durare a lungo. Noi, invece, abbiamo mezzi nostri. Al punto che tanta gente che ci aveva lasciato per correre a fondare le start-up adesso torna da noi”.

Stimolato dalle domande dei suoi interlocutori, Gates ha affrontato anche i massimi sistemi. Il rapporto Europa-Usa? La concorrenza non potrà che giovare ad entrambi, ma negli Usa si sta meglio. Il digital divide? Va colmato. Il telelavoro? Va bene, ma dopo l’orario di lavoro in ufficio.Non è mancato un accenno ai ritardi che il capo della Microsoft imputa all’Italia. “É necessario riformare il sistema pensionistico”, ha detto. Il presidente di Confindustria D’Amato ha annuito.

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