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ICANN: hacker al potere

13 Settembre 2000

ICANN: hacker al potere

di

Andy Mueller-Maguhn - il portavoce del Chaos Computer Club di Amburgo - farà parte degli organi di governo di ICANN, l'organismo internazionale creato per esercitare alcune funzioni tecniche di coordinamento globale della Rete

La “Internet Corporation for Assigned Numbers and Names” è un organizzazione ispirata ai principi di autogoverno che hanno caratterizzato Internet fin dalle sue origini. I compiti di ICANN, come indica il nome stesso dell’organizzazione, riguardano tutte le funzioni tecniche, organizzative e decisionali legate all’assegnazione dei numeri (indirizzi di rete numerici utilizzati dai computer per far “viaggiare le informazioni”) e dei nomi (indirizzi testuali associati agli indirizzi numerici e utilizzati per l’identificazione di un sito o di una casella di posta elettronica).

Tra i compiti di ICANN rientra anche il coordinamento delle attività degli operatori nazionali incaricati dell’assegnazione degli indirizzi Internet associati ai singoli paesi (come.it per gli indirizzi italiani).

La struttura dell’organizzazione è composta da una assemblea allargata dei soci (at large membership), aperta a tutti gli utenti della Rete che vogliono partecipare alle attività dell’ICANN e da tre “Supporting Organizations” (Organizzazioni di Supporto), rappresentative di vari organismi che operano nel campo della definizione degli standard Internet e dell’assegnazione degli indirizzi di Rete, come ad esempio la Internet Engineering Task Force (IETF), il World Wide Web Consortium (W3C), la International Telecommunications Union (ITU) e l’European Telecommunications Standards Institute (ETSI).

L’organo decisionale di questo organismo è la “Board of Directors”, un consiglio di amministrazione composto da diciotto direttori e da un presidente. Nove dei diciotto direttori sono eletti dall’assemblea dei soci, e gli altri nove vengono eletti dalle organizzazioni di supporto, ognuna delle quali elegge tre direttori.

Dalla costituzione ad oggi ICANN è stata diretta da un consiglio di amministrazione temporaneo, formato da nove direttori nominati dai soci fondatori di ICANN, a cui si sono affiancati altri nove direttori eletti dalle tre organizzazioni di supporto. L’assemblea allargata dei membri di ICANN eleggerà, entro l’estate prossima, un consiglio di assemblea (at large council) formato da diciotto membri, tra i quali verranno eletti altri nove direttori che sostituiranno quelli nominati dai soci fondatori.

Gli elettori che si sono iscritti all’assemblea allargata dell’ICANN entro il 31 luglio, parteciperanno ad una elezione mondiale telematica nei primi dieci giorni di ottobre, per eleggere cinque nuovi membri del consiglio di assemblea, che rappresenteranno cinque differenti aree geografiche (Africa, Asia/Australia/Pacifico, Europa, America Latina/Caraibi e Nord America), in modo da assicurare un’equa rappresentanza di tutti i paesi del mondo.

L’otto settembre si è conclusa la prima selezione dei candidati che parteciperanno al ballottaggio finale di ottobre, aperto a tutti coloro che, in questa fase preliminare, hanno conquistato, assieme al consenso di almeno due nazioni differenti, almeno il 2% dei voti della propria regione geografica: un tetto abbondantemente superato da Andy Mueller-Maguhn, che ha raccolto in pochi giorni diverse migliaia di voti dai membri dell’ICANN sparsi in tutto il mondo. Un vero plebiscito elettronico se confrontato alle poche centinaia di voti raccolti dagli altri candidati, tra cui molti italiani.

La migliore “pubblicità elettorale” per Mueller-Maguhn è stata la sua militanza nelle file del Chaos Computer Club di Amburgo, un’organizzazione di hacker tedeschi che nel corso degli anni ha conquistato sul campo un’ottima reputazione per le sue attività in difesa dei diritti civili in Rete, della libertà di espressione e della privacy.

Il grandissimo consenso ottenuto dal portavoce del Chaos Club è un segnale di grande vitalità e libertà della “democrazia elettronica” all’interno degli organi di autogoverno della Rete, dove gli hacker sono rispettati e valorizzati per le loro competenze tecniche e per la loro indipendenza culturale da interessi economici o corporativi, anziché essere demonizzati o ridicolizzati così come avviene all’interno dei mezzi di informazione.

La storia del Chaos Computer Club

Il Chaos Computer Club (CCC) nasce ad Amburgo nell’orwelliano 1984, su iniziativa di “Wau”, nome d’arte di Hewart Holland Moritz e Steffen Wernery. Sin dall’inizio la filosofia del CCC è quella di appoggiare la libertà dell’informazione e la riservatezza dei dati personali contro l’ingerenza degli apparati statali.

Gli hacker di Amburgo combattono una delle loro prime battaglie di libertà contro il BTX, il servizio di comunicazioni Telebox, elaborato dalle poste tedesche in collaborazione con IBM. Tramite questo servizio computerizzato, gli utenti registrati possono ricevere comunicazioni personali, mandarle ad un altro abbonato o addirittura prenotare merci e servizi. Questo risveglia in molti ambiti dell’underground digitale, e non solo in questi, preoccupazioni molto fosche riguardanti le libertà future dei singoli cittadini.

È da ricordare che quasi contemporaneamente il governo tedesco lancia l’iniziativa, poi sostanzialmente fallita, del censimento informatizzato di tutti i tedeschi, che sarebbero stati “schedati” nei computer centrali di Wiesbaden.
Un futuro orwelliano sembra schiacciare l’immaginario collettivo del popolo tedesco. Per far fallire il progetto del BTX, il CCC inventa una beffa enorme ai danni di una cassa di risparmio di Amburgo, l’Haspa (Hamburger Sparkasse), che versa al CCC 135.000 marchi. Il CCC, infatti, con un sotterfugio riesce a conoscere la password per entrare nel computer centrale dell’Haspa, e lo riprogramma per richiamare in maniera continua il servizio offerto nel BTX dal CCC.

L’Haspa richiama 13.500 volte il servizio in questione in circa 12 ore. I 135.000 marchi vengono versati al CCC con la bolletta telefonica del novembre 1984. La bolletta esiste veramente e così anche l’abbuono, ma immediatamente il CCC rende pubblica la vicenda dichiarando di non avere intenzione di ritirare il denaro ma solo di rendere note le gravi lacune presenti nel BTX.
Il CCC per di più afferma di aver ricevuto la parola chiave della banca proprio attraverso un errore di sistema del BTX.

Il caso suscita un enorme clamore in tutta la Germania, facendo fallire in maniera definitiva il progetto BTX, visto che ne era stata dimostrata l’intima fragilità. Da allora il sistema ha continuamente perso abbonati: alla fine del 1988 ne conta solo 20000, a fronte del milione preventivato per la stessa data dal presidente delle Poste.

Per ulteriori informazioni:
ICANN http://www.ICANN.org
Chaos Computer Club http://www.ccc.de

Questo testo è liberamente utilizzabile e riproducibile nella sua interezza, a condizione che questa nota di copyright venga riprodotta.

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