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La Cina apre le porte al capitale straniero ma non per le telecomunicazioni

31 Maggio 2000

La Cina apre le porte al capitale straniero ma non per le telecomunicazioni

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"La Cina è vicina", si diceva una volta. Ora dopo l'accordo con l'OMC è ancora più vicina

L’entrata della Cina in seno all’Organizzazione mondiale del commercio apre le porte a un mercato dal potenziale incalcolabile per le principali società di nuove tecnologie.

“La Cina è vicina”, si diceva una volta. Ora dopo l’accordo con l’OMC è ancora più vicina, soprattutto per chi ha le capacità di investire.

Anche se le grandi aziende di telecomunicazioni e di nuove tecnologie gioiscono al pensiero di poter finalmente importare i loro prodotti senza dover pagare tariffe esorbitanti e senza essere obbligate a passare per società di distribuzione di stato, gli analisti lanciano avvertimenti e sono più prudenti.

Il mercato delle telecomunicazioni, in particolare, sarà il più difficile da penetrare.
Infatti, i due principali protagonisti del mercato, China Mobile e China Unicom, si sono opposti alla partecipazione di capitale straniero e il governo cinese non sembra voler distribuire nuove licenze, cosa che rende impossibile la creazione di nuove imprese nelle quali investire.

Mentre, per giganti come Microsoft, Intel e International Data Group, che hanno già investito miliardi di dollari in Cina in 10 anni, questa apertura significa l’inizio della normalizzazione dei rapporti commerciali.

Tutte le grandi società presenti su Internet si sono già premurate di aprire servizi in cinese. A iniziare da Lycos che sta per annunciare tre nuovi portali per Hong Kong, la Cina e Taiwan. O come la CNN che ha lanciato il suo sito di informazione cinese, o Compaq, che ha messo a punto un motore di ricerca in cinese in collaborazione con la società canadese Copernic.

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