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Dopo Microsoft anche Sun si innamora di Linux?

23 Ottobre 2000

Dopo Microsoft anche Sun si innamora di Linux?

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Mentre Red Hat avanza a Wall Street, i due giganti galoppano dietro l'open source

L’open source continua ad interessare i nomi più importanti. Stavolta è Scott McNealy – CEO di Sun – a dichiarare senza peli sulla lingua che la sua azienda diverrà la numero uno del mondo Linux. Microsoft non è da meno, decisa ad offrire un caloroso abbraccio al pinguino e ai suoi appassionati. Da parte sua, infine, ecco Red Hat ricevere altre spinte in alto dalla Borsa, in seguito al fresco lancio del suo Network.

Le ultime ore della scorsa settimana hanno segnato il netto balzo in avanti, del 30 per cento circa, delle azioni del maggior distributore Linux. Ciò grazie alle previsioni di un analista del gruppo WR Hambrecht, per il quale il servizio di abbonamento recentemente avviato da Red Hat costituirebbe niente di meno che un’ “enorme opportunità di introiti”. Notoriamente interessati a business model assai più consistenti di quello “free” comunemente veicolato dall’open source, gli esperti finanziari ritengono che quest’iniziativa offra un “alto margine” soprattutto per la futura penetrazione di Linux.

L’abbonamento base a Red Hat Network costa 9,95 dollari al mese per computer o dispositivo (con 60 giorni di offerta gratuita per chi si iscrive fino al primo dicembre), in cambio dell’offerta continuata di assistenza tecnica, upgrade automatici e servizi vari.
Una strategia che è assai similare a quella avviata dalle grandi corporation informatiche, in primo luogo Microsoft, che ha destato qualche preoccupazione nella comunità open source. Ma che riscuote senza dubbio le simpatie del business, viste le ampie potenzialità commerciali. Comunque sia, le azioni di Red Hat hanno raggiunto quasi i 15 dollari, e se quest’iniziativa produrrà i frutti sperati -giurano nuovamente gli esperti di WR Hambrecht – entro fine anno i titoli potrebbero perfino raddoppiare, toccando quota 30 dollari.

Nel frattempo, ha sorpreso più di qualcuno la perentoria affermazione di Scott McNealy secondo cui “Sun diventerà il numero uno delle società Linux”. È vero che tale affermazione, proferita durante il Gartner Symposium/Expo, fa seguito al recente annuncio dell’acquisizione di Cobalt per circa due miliardi di dollari in azioni, con conseguente ingresso (alla grande) di Sun nel giro delle appliance e dei server specializzati che girano su Linux. Non è però chiaro come interpretare la nuova uscita di McNealy, di fronte alla scarsa attenzione di Sun al sistema operativo open source, tesa comunque ad imporre il suo Solaris sui server high-end. Possibile possa ritenersi davvero pronta a sposare la filosofia di Java e di Jini con quella di Linux?

Qualche esperto considera il tutto poco più che “fumo negli occhi”, viste le note posizioni dello stesso boss di Sun, secondo cui Unix e Linux sarebbero equivalenti e quindi intercambiabili. Anche perché McNealy ha avuto poi cura di aggiungere che per quanto concerne le appliance, “nessuno finirà per prestare attenzione alla tecnologia che farà funzionare la scatola nera”. Ciò potrebbe implicare, a ben vedere, null’altro che la graduale sostituzione e implementazione delle attuali tecnologie Sun in tali macchine.
Sembra cioè che l’interesse dell’azienda californiana sia principalmente (o soltanto?) quello di conquistare una posizione di primato in questo settore emergente, e che lungo questa strada le sia casualmente capitato di inglobare un’azienda che lavora con Linux. A meno che, appunto, non ci si trovi di fronte a qualche sorprendente strategia a tutto campo. Evento, d’altronde, sempre possibile nell’ambito high-tech.

Lo conferma, dulcis in fundo, la notizia di chiusura. Ricordate l’annuncio dell’investimento Microsoft (135 milioni) in Corel della settimana scorsa? Ebbene, è probabile si tratti soltanto di un primo abbraccio a Linux. Perché – conferma ora senza batter ciglio Steve Ballmer – “Microsoft è aperta alla comunità open source e interessata a sviluppare applicazioni su Linux”.
Pur con vari scogli da superare (sulla proprietà intellettuale in primo luogo) ed evitando gli scontri frontali, l’iniziativa pro-Corel e le parole di Ballmer non fanno altro che confermare la voglia di Microsoft di rafforzare ulteriormente la propria posizione di mercato, indipendentemente dai sistemi operativi in voga.

L’intervento del CEO di Microsoft, anch’esso tenuto nel corso del Gartner Symposium/Expo, sembra quindi chiarire il cambio di strategia rispetto alle posizioni dure fin qui assunte dall’ex-boss Bill Gates, anche se ovviamente è presto per dire come tutto ciò finirà per concretizzarsi. Chissà, forse quanto prima vedremo la fine dell’ennesima, acerrima guerra sul fronte informatico.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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