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Rifiutare la preinstallazione di Windows XP? Ora puoi

06 Dicembre 2001

Rifiutare la preinstallazione di Windows XP? Ora puoi

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"Windows XP: ora puoi", dice lo slogan. È vero: infatti, ora puoi risparmiare fino a mezzo milione di lire sull'acquisto di un computer. Basta rifiutare la preinstallazione di Windows

Come forse già saprete, quando acquistate un computer la copia di Windows che solitamente trovate preinstallato non è in regalo: il produttore del PC ha pagato un tot a Microsoft per il privilegio di preinstallarvelo, e quel tot, più una lauta commissione, viene ricaricato sul prezzo che pagate per il computer.

Fin qui niente da ridire: per quasi tutti gli acquirenti, trovarsi Windows preconfigurato sul computer è una gran comodità, e vale quindi la pena di pagare qualcosina in più. Ma ho svolto una piccola indagine presso alcuni dei principali rivenditori italiani, e ho scoperto con stupore che questa
“qualcosina” può raggiungere le 500.000 lire (258 euro). Un importo di tutto rispetto, che grava non poco sul costo complessivo del computer, ma che si può risparmiare acquistando il computer senza Windows oppure rifiutando la licenza Microsoft dopo l’acquisto.

Ma perché mai dovreste volere un computer senza Windows? Che eresia è mai?

Tipicamente a questo punto alza la manina il linuxiano di turno, che si lancia in una messianica discettazione sulla intrinseca superiorità di Linux su tutti gli altri sistemi operativi. Ma con tutto il dovuto e meritato rispetto per Linux, non occorre essere fondamentalisti digitali per voler rifiutare il nuovo prodotto di Microsoft. Lo si può fare anche restando fedeli a Windows.

Immaginate ad esempio di voler rottamare il vostro attuale computer per prenderne uno nuovo. In questo caso è prassi comune, licenze permettendo, trasferire tutto (dati e sistema operativo) dal computer vecchio a quello nuovo per poter riprendere subito a lavorare. Il sistema operativo preinstallato non vi serve, ma lo pagate lo stesso.

Può anche capitare che il Windows che trovate preinstallato non faccia al caso vostro: ad esempio perché la vostra azienda usa un’altra versione di cui ha già licenza, o perché avete comperato il computer all’estero e non vi interessa avere Windows in lingua straniera, o ancora perché preferite installare sul nuovo computer una versione di Windows meno recente, che però fa il proprio dovere da tempo e conoscete bene e vi evita perciò di dover imparare la nuova interfaccia “sei troppo piccolo per preoccuparti di queste cose” di Windows XP. Potreste anche preferire a XP una versione di Windows meno famelica di risorse, che lascia più memoria e potenza di calcolo alle applicazioni e quindi vi permette di lavorare più velocemente.

Addirittura alcuni utenti si sono trovati con applicazioni e periferiche che non funzionano sotto XP, per cui non hanno scelta: devono usare versioni precedenti di Windows anche sui computer nuovi.

In tutti questi casi, insomma, il Windows preinstallato è soltanto una costosa zavorra (c’è addirittura chi la chiama la “tassa Microsoft”), di cui sarebbe gradevole poter fare a meno. Ci sono due modi per sbarazzarsene: applicare la clausola di rimborso prevista dal contratto di licenza, oppure comperare direttamente un computer privo di Windows.

Rimborso previsto anche per Windows XP

Alcuni di voi ricorderanno che un paio d’anni fa sono riuscito a ottenere il rimborso per un Windows preinstallato che non mi serviva (la storia è raccontata qui). Ebbene, la stessa tecnica che ho usato allora si applica anche al nuovo Windows XP. Almeno in teoria. Il rimborso è infatti previsto esplicitamente, come allora, anche nell’attuale licenza d’uso di Windows XP, quella che compare sullo schermo durante la prima accensione e che tutti si guardano bene dal leggere. In XP Home Edition, ad esempio, la licenza dice che se l’utente clicca su “Non accetto” alla prima installazione, Windows XP deve (sottolineo “deve”) essere restituito al rivenditore e “l’utente potrà ottenere il rimborso del prezzo” oppure “la sostituzione…con altro prodotto di pari prezzo o un buono per il futuro acquisto di un altro prodotto di pari prezzo”. Increduli? Cercate il file “eula.txt” nel vostro computer e potrete verificare di persona.

Purtroppo, però, la clausola è sconosciuta non solo agli utenti, ma anche a quasi tutti i rivenditori più blasonati, e se gliela si fa notare, rifiutano semplicemente di rispettarla. È un comportamento palesemente illegale, dato che significa violare unilateralmente una condizione di un contratto (la licenza), ma nonostante tutto assai diffuso, come testimoniato da molti lettori che mi hanno raccontato i loro tentativi di rimborso, finiti contro un vero e proprio muro di gomma.

Di conseguenza, consiglio questo primo metodo soltanto a chi ha un quoziente di testardaggine elevatissimo come me e vuole a tutti i costi un computer di una marca ben precisa. Se amate le sfide, le istruzioni per chiedere il rimborso e controbattere alle deliranti obiezioni dei rivenditori sono qui. Buon divertimento.

Soluzione radicale: PC senza Windows

Comperare un computer direttamente senza Windows è una soluzione ovviamente più semplice. O almeno lo è in apparenza, perché in realtà in Italia i rivenditori che offrono PC senza sistema operativo Microsoft sono pochissimi, e questo comporta che la scelta di modelli disponibili è estremamente limitata. Nel caso dei computer portatili, la rosa di modelli è ancora più ristretta.

Alcuni rivenditori offrono i cosiddetti “assemblati”, cioè computer realizzati su misura per l’acquirente componendo parti di vari fabbricanti (che è poi quello che fanno comunque le grandi marche). Se siete esperti, potete inoltre comperare i singoli componenti e assemblarveli da soli. In entrambi i casi nessuno vi obbligherà a comperare Windows.

Tuttavia queste soluzioni sono al di fuori della portata dell’utente comune. Scegliere i componenti di un computer richiede una notevole competenza tecnica, assemblarseli ne richiede anche di più. Bazzecole per un linuxiano, ma non per noi comuni mortali. Per fortuna alcuni rivenditori offrono computer assemblati standard, ossia macchine di cui loro hanno già selezionato e verificato i componenti; per chi non è esperto o non ha voglia di tribolare, sono l’ideale. Il problema è trovare chi le propone.

Bravi e cattivi

Vediamo allora quali rivenditori sono in grado di darvi il PC che volete senza imporvi il sistema operativo Microsoft o rimborsandovelo se è preinstallato. Ho posto ai principali rivenditori italiani quattro domande fondamentali: se vendevano computer senza sistema operativo, a quanto ammontava la differenza di prezzo per uno stesso modello con e senza sistema operativo, se erano al corrente della clausola di rimborso e in tal caso se erano in grado di applicarla. Ecco in sintesi i risultati, con nomi e cognomi di bravi e cattivi.

Se avete nomi da aggiungere, scrivetemi a [email protected].

Acer: non vende PC senza Windows e non è al corrente dell’esistenza della clausola di rimborso. Considerato che è proprio da Acer che ho ottenuto il mio primo rimborso due anni fa, direi che la disinformazione in Acer continua a regnare incontrastata.

Asus: nessuna risposta, né alle telefonate né agli e-mail.

CHL: è possibile acquistare PC assemblati senza sistema operativo o con sistemi operativi diversi da Windows. I prezzi di Windows preinstallato sono questi: Windows NT italiano 499.000 lire (258 euro), Windows ME italiano 299.000 lire (154 euro), IVA inclusa. Non si parla ancora di Windows XP.

Computer Discount: i computer di marca sono obbligatoriamente forniti con Windows, mentre gli assemblati sono disponibili anche senza sistema operativo. Aggiungere Windows XP a un computer assemblato costa 300.000 lire (155 euro) IVA compresa.

Computer Union: è in corso un’istanza di fallimento, per cui in questo momento non si può comperare proprio nulla. C’est la vie.

Dell: impossibile comperare PC senza Windows. Il reparto commerciale ignora l’esistenza della clausola di rimborso. Alcuni lettori mi hanno riferito di aver chiesto l’applicazione della clausola, ma Dell ha preferito l’intimidazione tramite avvocati. Trovate un edificante racconto.

Elettrodata: nessun ostacolo ad acquistare PC senza sistema operativo: anzi, nel listino disponibile online nessun PC o notebook include il sistema operativo. Il prezzo di Windows XP è 308.400 lire (159,27 euro) IVA inclusa. La persona che mi ha risposto era al
corrente della clausola di rimborso per Windows: guarda caso, aveva letto un mio articolo precedente sull’argomento (il mondo è piccolo).

Essedi: anche qui il PC è acquistabile senza Windows. Windows XP costa 264.000 lire (circa 136 euro), IVA inclusa. Con alcune limitazioni, si possono acquistare laptop con Windows preinstallato e richiederne il rimborso.

IBM: il servizio clienti mi ha dato una risposta un po’ ambigua: mi pare di capire che si possa richiedere la preinstallazione di Windows o Linux oppure acquistare il PC senza sistema operativo, con un risparmio di 270.000 lire (circa 140 euro) rispetto a un identico PC con sistema operativo preinstallato. Sulla clausola di rimborso, invece, nebbia completa: “siamo in attesa di istruzioni ufficiali dalla sede centrale americana.” Mai arrivate.

Media World: tutti i PC vengono venduti con Windows preinstallato. Sull’ipotesi di un conseguente rimborso, silenzio.

Siemens: un lettore mi segnala che Siemens Italia si è rifiutata di vendergli un lotto di PC senza Windows, così le ha acquistate (identiche) in Germania, dove gli sono state fornite senza sistema operativo.

Strabilia: nessuna risposta.

Toshiba: la Helpline indicata sul sito è al corrente della clausola di rimborso, ma riferisce che finora Toshiba Italia si è rifiutata di rispettarla. Sempre secondo la Helpline, che è un’azienda esterna a Toshiba, dovrebbe essere possibile ordinare un computer Toshiba senza Windows o con Linux, contattando prima dell’acquisto Toshiba Italia.

Vobis. Vobis offre soltanto due modelli di computer (un desktop e un portatile) senza Windows preinstallato. Preinstallando Windows, il prezzo aumenta come segue: Windows ME/98SE: 320.400 lire (circa 165 euro); Windows 2000 Professional: 470.400 lire (circa 243 euro). Non si parla ancora di Windows XP.

Il silenzio dei competenti

Il quadro è un po’ sconsolante: delle aziende contattate, soltanto Vobis, Elettrodata, CHL, IBM e Essedi permettono sicuramente di acquistare PC senza Windows con uno sconto sul prezzo di listino, e IBM e Vobis lo permettono soltanto su alcuni modelli. Essedi si distingue anche per il fatto di avere una chiara procedura già pronta in caso di richiesta di rimborso.

L’altro aspetto deprimente è che pochissimi rivenditori sono al corrente della clausola di rimborso. In sostanza, queste aziende non sanno cosa stanno vendendo e quali garanzie e servizi sono tenute a fornire. Microsoft impone il contratto di licenza e loro lo accettano supinamente al punto di non leggerlo neppure. Taccio, per pietà, sul fatto che molti non rispondono affatto alle richieste di informazioni via e-mail, neanche dopo che sono trascorse due settimane.

In conclusione: per la maggior parte dei grandi rivenditori informatici italiani, la clausola di rimborso è carta straccia, i diritti dei consumatori sono irrilevanti e anzi il suddito – pardon, il “gentile cliente” – farebbe meglio a non rompere troppo con richieste stravaganti, perché gli si manda l’avvocato a zittirlo. L’ironia della situazione è che questi grandi nomi del commercio spendono cifre indecenti per riempirsi la bocca di “customer relationship management”, “customer care solutions”, “total customer satisfaction” e poi trattano il potenziale cliente come una pezza da piedi.

Tendo speranzoso l’orecchio, in attesa del classico schiocco di deretani che si schiodano dalle poltrone delle associazioni di consumatori e delle istituzioni che ci dovrebbero tutelare, ma finora ho sentito solo silenzio.

E così finirà che voi ed io, potenziali acquirenti, ci stuferemo di aspettare ed eviteremo una “total customer abbindolation” andando altrove. Ora sappiamo dove.

L'autore

  • Paolo Attivissimo
    Paolo Attivissimo (non è uno pseudonimo) è nato nel 1963 a York, Inghilterra. Ha vissuto a lungo in Italia e ora oscilla per lavoro fra Italia, Lussemburgo e Inghilterra. E' autore di numerosi bestseller Apogeo e editor del sito www.attivissimo.net.

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